Analisi del testo letterario-Avvertenze generali. Da Guida alla scrittura nel triennio, manuale per i trienni liceali di Ferdinanda Cremascoli, La Nuova Italia, Firenze 1993. Come si vede il manuale fu scritto agli inizi degli anni ’90, per costruirsi un curriculum di scrittura in quello che un tempo era il triennio del Liceo Classico. Perciò si presentava agli alunni così: «Alla scuola media e poi nel biennio della scuola superiore le ore di Italiano sono state l’occasione di una vera e propria educazione linguistica, in cui avete accresciuto ed esercitato la padronanza della vostra lingua materna. Avete letto tanti tipi di testi: articoli di giornale, ricette, manuali, guide turistiche, …, avete anche certamente cominciato a leggere poesie, favole, novelle, romanzi,… Ebbene, da quest’anno scolastico, il vostro primo del triennio nella scuola superiore, nel corso di Italiano presterete un’attenzione sempre maggiore ai testi letterari». Di qui le “Avvertenze” per l’analisi dei testi letterari, benché si passa fare analisi di qualunque testo.
Analisi del testo letterario-Avvertenze generali. Ora che, leggendo il testo letterario, avete imparato a raccogliere i dati testuali e ad elaborarli per ricavare delle informazioni, dovrete affrontare e risolvere un nuovo problema: quello di esporre le notizie che sono in vostro possesso, e che si trovano in forma di appunto nella vostra scheda dell’opera. Dovete risolvere quindi un problema di comunicazione.
In ogni situazione comunicativa, lo abbiamo gia detto, chi parla o scrive deve essere consapevole di avere un destinatario particolare ed uno scopo da perseguire. A scuola, in occasione di un compito, avete un lettore ben individuato nel vostro insegnante. Egli ha delle aspettative sul vostro discorso che rende esplicite normalmente prima della prova, quando vi chiede di redigere uno scritto particolare (di tipo espositivo o argomentativo), quando vi presenta i criteri di valutazione, quando infine vi chiarisce quali vincoli dovrete rispettare sia nel tempo che avete a disposizione per scrivere, sia nel formato del discorso che dovete produrre.
Il successo del vostro compito dipende da due fattori: il primo concerne la vostra preparazione: se non conoscete bene l’argomento da trattare non scriverete un buon discorso. Il secondo concerne la vostra consapevolezza comunicativa: ogni situazione richiede che l’emittente del messaggio sia in grado di valutare a chi si rivolge e quali scopi si propone di conseguire. Nei prossimi capitoli perci˜ analizzeremo le condizioni che caratterizzano quel particolare scritto espositivo che ha per oggetto i temi di un’opera letteraria.
Dalla schedatura all’esposizione
Ogni comunicazione ha normalmente uno scopo. Quando a scuola scrivete, il vostro scopo è duplice: dovete dimostrare all’insegnante che le vostre capacità di lettura e osservazione dell’opera letteraria si sono affinate; ma dovete anche dimostrare di saper padroneggiare il tipo di scritto che vi è stato proposto. Perciò nell’esporre i risultati della vostra lettura, lo scopo che vi dovete prefiggere è quello di informare il vostro insegnante su quanto ritenete più significativo nel testo che avete letto.
La documentazione
Non necessariamente prenderete in considerazione ciò che più vi piace in quel testo (potrebbe anche darsi il caso che quell’opera vi sia poco congeniale), piuttosto vi sforzerete di evidenziare quegli aspetti del discorso poetico o narrativo che ne fanno un oggetto letterario. Il vostro scritto dunque non comunica tanto le vostre opinioni personali, ma piuttosto i risultati del vostro lavoro di ricerca. Alla base dell’esposizione sta dunque la documentazione, che voi avete scrupolosamente raccolto, schedando i testi letterari. La vostra preoccupazione dunque deve essere quella di spiegare al lettore quello che di significativo avete individuato nell’opera. Per questo la struttura della vostra esposizione dovrà rispettare alcuni criteri: la pertinenza rispetto alle richieste che l’insegnante avrà formulato nel titolo, l’ordine logico delle notizie, la chiarezza esplicativa. Un’analisi testuale (avvertenza generale: così chiameremo d’ora in avanti questo scritto scolastico) ed ogni altro testo espositivo hanno in comune proprio queste tre qualità.
La selezione pertinente delle notizie in base al titolo assegnato
Abbiamo detto che la documentazione che avete costituito su un particolare testo letterario è la base della vostra esposizione. E’ tuttavia evidente che il vostro patrimonio informativo non va usato tutto in ogni occasione. Dovrete imparare a selezionare le notizie dalla vostra scheda a seconda dell’oggetto del discorso. E’ nel titolo che l’insegnante esplicita le proprie richieste agli allievi. Spesso la vostra capacità di “centrare” l’oggetto del discorso è un elemento decisivo di valutazione: “andare fuori tema”, come sapete, non è permesso.
Sono essenzialmente due le possibilità che un titolo può proporvi: l’insegnante può aiutarvi, può cioè darvi un titolo che mette a fuoco un tema particolare dell’opera letteraria che state esaminando. In questo caso il titolo vi indirizza in modo molto deciso nello svolgimento: focalizza per voi il tema del testo su cui è necessario concentrarsi; alla vostra abilità è lasciato il compito di presentare tutti gli elementi testuali che contribuiscono, ciascuno per la sua parte, a costruire quel tema particolare che l’insegnante vi propone di esaminare. E’ di questo tipo un titolo come questo:
«Individuazione rigorosa del pubblico cui il poeta intende rivolgersi, lode della donna amata, insufficienza del poeta di fronte all’altezza della materia: sono questi i temi della canzone di Dante Donne ch’avete intelletto d’amore . Sceglietene uno ed analizzatelo nei motivi che lo esprimono».
O anche come questo:
«Analizzate il primo canto dell’Orlando Furioso, concentrandovi sulle ottave 40/61, prestando particolare attenzione al carattere dei personaggi, così come emerge dalle loro azioni, dai loro discorsi, dagli eventuali commenti del narratore. Fate anche qualche considerazione sul ruolo che qui ha la voce narrante».
Il titolo dunque vi precisa gli aspetti del testo su cui l’insegnante desidera che vi concentriate, o perché li considera i più importanti e significativi di quel passo, o perché proprio su quegli aspetti desidera verificare le vostre capacità di lettura.
Il titolo però può avere anche un’altra formulazione più generale, può cioè lasciarvi completamente liberi di decidere quali tematiche evidenziare ed analizzare. L’insegnante si limita ad indicare nel titolo il testo che dovete prendere in esame:
«Analizzate la canzone di Guido Guinizelli Al cor gentil rempaira sempre Amore. Mettetene il luce il tema principale, così come emerge nel rapporto tra i diversi livelli testuali».
O anche:
«Analizzate il sonetto foscoliano Alla sera, sceglietene un tema significativo ed esaminate la costruzione che il poeta ne dà, attraverso i complessi motivi del discorso».
In questo caso il lavoro vi richiede capacità autonome di scelta, è più impegnativo, ma può essere molto più personale. In entrambi i casi però risulta evidente che dovrete operare una scelta rispetto al materiale informativo che avete accumulato nella vostra scheda di lettura. E dovrà essere una scelta pertinente al tema o ai temi del componimento che dovrete o vorrete presentare. Prendiamo ad esempio il titolo proposto sulla canzone dantesca Donne ch’avete : esso vi chiede di scegliere una delle tematiche significative del componimento che peraltro vi suggerisce. Se vorrete occuparvi del tema del pubblico cui Dante idealmente pensa di rivolgersi, dovrete estrarre dalla vostra scheda tutte le notazioni che avrete fatto in proposito, ma solo quelle. Dunque la pertinenza dell’informazione è il primo requisito di una buona analisi testuale.
L’ordine e la chiarezza espositiva
L’altra qualità che un’analisi testuale deve possedere per perseguire il suo scopo informativo, è l’ ordine espositivo. Le notizie selezionate devono essere presentate secondo un ordine deciso da voi, secondo le circostanze. Non esiste un solo ordine possibile, adatto a presentare le notizie relative ad un dato argomento. L’essenziale però è che un ordine ci sia. Esso infatti è in gran parte responsabile della chiarezza del vostro discorso.
Le notizie scelte non solo devono essere ordinate, devono essere anche spiegate. Per questo motivo un’esposizione adotta anche dei procedimenti retorici, come l’esempio, il confronto, la citazione, la definizione, che hanno proprio la funzione di illustrare meglio le notizie che via via presentate al vostro lettore. Supponiamo che vi sia assegnato questo titolo:
«Analizzate le funzioni della Voce Narrante nei Promessi sposi».
L’insegnante vi indica l’oggetto del discorso (l’uso che l’autore ha fatto di una particolare struttura narrativa) e il tipo di testo da comporre (un’analisi testuale, cioè un testo di tipo espositivo).
Un esempio. La voce narrante nei Promessi sposi
Analisi del testo-Avvertenze generali. Un’avvertenza tra tutte va ricordata: sono molto ben accolti i procedimenti retorici della definizione, della descrizione, della citazione, dell’esempio.
La questione della Voce Narrante era già stata affrontata da Manzoni nelle tragedie. Al coro era già affidata la riflessione critica che commenta e soppesa l'azione del dramma, senza conquistare tuttavia quel ruolo significativo, che pure lo scrittore intendeva assegnargli.
frase introduttiva
Non c'è dubbio infatti che Manzoni affidi al coro un ruolo importante: l'arte è uno strumento conoscitivo del "vero" che aiuta la formazione morale dell'uomo. Essa rappresenta le passioni perché sono vere, ma deve indurre alla riflessione, mai al compiacimento. Lo spettatore, il lettore deve essere disposto più al giudizio che all'emozione generata dalla rappresentazione delle passioni.
Metodo espositivo:
definizione
E tuttavia la funzione critica assegnata al coro resta episodica, confinata in un "cantuccio". Anche questa è una delle ragioni dell'insoddisfazione per il genere della tragedia che Manzoni manifesta dopo la loro composizione e che lo spinge a sperimentare il romanzo.
frase di raccordo
Nei Promessi sposi è alla voce narrante che lo scrittore affida il compito di commentare costantemente l'azione. Tecnicamente sceglie una focalizzazione di tipo zero, quella in cui il narratore sa più di ciascun personaggio e racconta la vicenda senza prendervi parte. Ma in questo romanzo le voci narranti sono due, una si esprime in prima persona e si presenta come editore di un manoscritto; l'altra, l'Anonimo, racconta la storia di Renzo e Lucia, senza prendervi parte.
Metodo espositivo:
descrizione
Sono due le esigenze cui l'invenzione dell'Anonimo ubbidisce: essa consente di dare attuazione ad un'idea di letteratura come racconto del "vero" e come riflessione morale sulla realtà.
Frase di raccordo
L'invenzione dell'Anonimo infatti permette di rappresentare il mondo di Renzo e Lucia non solo secondo i canoni del racconto realistico, ma anche sulla base di una puntigliosa documentazione storica. Nella celebre introduzione al romanzo, il manoscritto è presentato come la prima fonte informativa dell'Editore, anche se non l'unica: «Taluni però di que'fatti certi costumi descritti dal nostro autore, c'eran sembrati così nuovi, così strani per non dir peggio, che prima di prestargli fede, abbiam voluto interrogare altri testimoni e ci siam messi a frugare nelle memorie di quel tempo per chiarirci se veramente il mondo camminasse allora a quel modo».
Metodo espositivo:
citazione
Dunque l’Anonimo è presentato come fonte informativa, ma il suo ruolo non si esaurisce qui.
La sua presenza garantisce all'Editore non solo la possibilità di commentare l'azione, ma di suggerire l'idea della problematicità del giudicare. Così nell'episodio in cui don Abbondio deve rendere conto al cardinale del proprio operato, il giudizio sul comportamento dei due ecclesiastici è molto complesso: a don Abbondio è rimproverata la pavidità, non senza comprensione (comprensione, non giustificazione) per la sua paura; nel cardinale è elogiata l'adamantina coscienza del dovere, che è apprezzata solo perché non si limita all'enunciazione di principio, ma diventa motivo ispiratore della sua condotta .
Metodo espositivo:
esempio
L’Anonimo è dunque una presenza importante nel romanzo; la complessità del suo ruolo à segno in definitiva della complessità di quest’opera.
L'Anonimo è dunque una presenza importante nel romanzo; la complessità del suo ruolo è segno in definitiva della complessità di quest'opera.
Conclusione
Coesione, proprietà, correttezza
Analisi del testo letterario-Avvertenze generali. Il discorso che avete appena letto informa il lettore con una certa precisione, proprio perché è pertinente rispetto alle richieste del titolo, presenta le notizie in modo ordinato ed è piuttosto chiaro nelle spiegazioni. Ma raggiunge il suo scopo anche perché ha un’altra caratteristica: è formalmente “a posto”.
E’ cioè un discorso coeso perché il nesso logico che lega ogni sua parte all’altra è esplicitato con una certa evidenza: le congiunzioni, la ripetizione di certe parole importanti danno al discorso una sua flidità.
E’ anche un discorso appropriato perché si esprime utilizzando il registro espressivo che è consono alla situazione comunicativa: ricorderete che a scuola si scrive su un soggetto letterario o storico, o comunque di studio, per l’insegnante, con lo scopo di dimostrare padronanza di questo tipo di scritto; dunque il registro utilizzato è formale e non disdegna le espressioni tecniche proprie della critica letteraria.
Naturalmente un discorso di questo tipo è anche un discorso corretto perché non ci sono errori di sintassi, o di ortografia, o di punteggiatura. Queste proprietà del discorso, che avete appena letto, non sono tipiche della sola analisi testuale, ma di ogni tipo di testo: coesione, proprietà, correttezza devono caratterizzare i vostri scritti scolastici, e non, sempre.
Formato
l formato di questo scritto è specificato volta in volta perché dipende dalla consistenza del testo da analizzare. In ambiente di studio, su testi comuni o anche su testi letterari di solito la lunghezza prescritta è di 400-500 parole.
Tempo e stesure
Il tempo richiesto da questo tipo di scritto è di mezz’ora/un’ora per la prima stesura, in cui raccogliete le informazioni contenute nelle schede; un’ora/un’ora e mezza per la composizione del testo in cui bada ai rapporti logici tra le parti del discorso; un’ora per la revisione finale in cui controllare la coesione delle diverse parti del discorso e la correttezza e accettabilità della forma espressiva. La condizione ideale per scrivere bene è che le stesure non siano realizzate un unico tempo, ma in tempi diversi.Revisioni del discorso
Come potete controllare di aver scritto un testo accettabile? Il modo più efficace è quello di revisionare progressivamente il discorso che scrivete, curando un aspetto del testo per volta. Se pensate alla scrittura di un testo come un procedimento fatto di più stesure su cui intervenite correggendo ora un aspetto, ora un altro, vi accorgerete che le revisioni successive del vostro discorso vi condurranno a migliorare decisamente le vostre capacità espressive. Insomma il testo finale sarà il risultato di un lavoro di progressivi aggiustamenti, di progressive stesure.
- La prima stesura consiste nella raccolta delle informazioni in modo pertinente alle ai temi dell’opera che il titolo vi richiede di analizzare o che voi stessi decidete di esaminare. In questa fase ci si preoccupa di radunare, estraendole dalle schede di lettura, tutto le osservazioni testuali necessarie a trattare il tema dell’opera prescelto. L’obiettivo che qui dovete perseguire è quello di una selezione pertinente delle informazioni.
- La seconda stesura è una rielaborazione della prima, le informazioni selezionate devono avere un’organizzazione logica ed essere spiegate con chiarezza. La revisione della prima stesura ha qui come obiettivo la costruzione della coerenza del discorso .
- La terza stesura _ un’ulteriore rielaborazione della precedente: i rapporti logici tra le informazioni devono essere esplicitati e il discorso deve avere una sua fluidità: l’obiettivo cui tende questa nuova revisione è dunque quello della coesione del discorso e della correzione della forma espressiva.
Avrete capito ormai che la vostra attività di scrittura si specializza. Per questo dovete acquisire una metodologia di lavoro che vi consenta di giungere alla redazione finale del discorso per continue approssimazioni, per continui aggiustamenti in due, tre stesure successive. Capite che la distinzione scolastica tra la redazione “in brutta” e la redazione “in bella” in fondo ha un senso, purché non crediate che la differenza tra i due scritti sia semplicemente di calligrafia.
Tra una stesura e l’altra
La redazione di un discorso scritto è dunque il prodotto di diverse stesure del testo. Questa è la tecnica di chi scrive da professionista, qualunque sia il suo mestiere: giornalista, redattore, scrittore tecnico, studioso. E, a maggior ragione, dato che la complessità del testo letterario non è confrontabile con quella degli altri testi, questa è la tecnica di scrittura degli artisti, dei poeti, dei romanzieri, dei drammaturghi.
Alcuni critici hanno studiato il processo di scrittura che gli artisti seguono nell’immaginare e nel comporre le loro opere. Queste ricerche di “genetica testuale” analizzano proprio la dinamica del testo mentre viene scritto. L’oggetto di studio è costituito dagli abbozzi, gli appunti preparatori, le stesure originali, le bozze di stampa corrette dei grandi scrittori: essi sono pressoché gli unici a conservare il materiale preparatorio del loro lavoro e dunque quasi solo su di essi è possibile ricostruire che cosa avviene mentre si scrive.
Grazie alle osservazioni sul processo di scrittura di un artista, è stato possibile rilevare che, pur tra le molte varianti personali, esistono regole comuni. Chi scrive affronta i suoi problemi comunicativi, seguendo diverse strategie: ma è certo che li affronta, avvicinandosi alla sua soluzione per successive approssimazioni, che si sviluppano in un arco di tempo variabilissimo, ma certo NON in un’unica soluzione temporale. L’indagine sugli “avantesti” dei romanzieri e dei poeti ha insomma prodotto la consapevolezza che il processo della scrittura è assai sofisticato; che tale attività si svolge secondo procedure adatte a soddisfare le condizioni poste da un atto comunicativo; e infine che tali regole sono generalizzabili e dunque utili anche a chi deve scrivere non un romanzo, ma una buona relazione aziendale, o un buon compito scolastico.