Cotonificio verbanese è il nome moderno dal 1911 della filatura dei fratelli Müller impiantata a Intra nel 1808, la prima filatura meccanica in Italia che sfruttava l’energia idraulica.
La fabbrica divenne particolarmente importante per lo sviluppo sociale sotto il suo secondo proprietario, Carlo Sutermeister (Luzern 1847 – Intra 1818), uno dei molti ingegneri, imprenditori svizzeri che videro le potenzialità economiche dell’industria in Italia.
1817 in un’immagine tratta da
Archeologia industriale di Luca Frigerio
Proponiamo due brevi articoli informativi (nel lessico giornalistico contemporaneo si dicono “schede” ad indicare che sono testi brevi che contengono l’essenziale su un fatto, una persona, un evento da riutilizzarenquando occorre) I due testi sono tratti da EcoSistema del Verbano: Il cotonificio e Ritratto di Carlo Sutermeister
Il cotonificio verbanese
Nell’800 Intra era chiamata la Manchester d’Europa in virtù del fatto che la sua area urbana era caratterizzata da insediamenti industriali per la lavorazione del cotone. Lo sviluppo delle attività produttive ebbe un’impennata quando si intravide la possibilità di trarre vantaggio dall’energia idraulica per azionare meccanicamente più telai di cardatura. Si passo dalla produzione artigianale, alla produzione industriale.
Così nel 1808, come ricorda una semplice lapide al n° 23 di via Ceretti, l’italia aveva in Intra quella che si ritiene la prima filatura meccanica del cotone.
Le rogge e i telai
Ciò portò alla progettazione e costruzione delle “rogge”, veri e proprie canalizzazioni di acqua proveniente dal S. Bernardino e dal S. Giovanni che permettevano di convogliare le acque fino alle pale idrauliche che azionavano i telai attraverso ingegnosi sistemi, di cinghie, ruote e alberi di trasmissione del moto idraulico a moto meccanico.
Lo stabilimento “Cotonificio Verbanese s.p.a”. di Verbania Pallanza, sulla destra orografica del vicino torrente S.Bernardino, è un cotonificio di filatura. Lo stabilimento fu aperto dai fratelli Müller dopo il 1811, svizzeri di Zofingen.
Nel 1830 contava circa 180 addetti alla filatura e alla tessitura. Nel 1852 la gestione fu ceduta a Giovanni e Carlo Cornelio Sutermeister, loro parenti svizzeri, sempre di Zofinger. Quando il padre Giovanni morì, i figli divisero la proprietà e la Ditta passò a Carlo Sutermeister.
Cotonificio Verbanese C. Sutermeister
Dal 1890 circa lo stabilimento impiegava macchine con motori alimentati da corrente elettrica prodotta dai Sutermeister. Nel 1902 la Ditta assunse la nuova ragione sociale “Cotonificio Verbanese C. Sutermeister” quindi si trasformò nel 1911 in “Cotonificio Verbanese” s.p.a.
Nei primi del 1900 ci furono delle evoluzioni edilizie con l’introduzione di nuove macchine per la lavorazione del cotone.
Nel 1949 si contavano 530 operai, ma il numero era destinato a calare e negli anni ’80 gli addetti scesero a 110. Attualmente la filatura dello stabilimento Cotonificio Verbanese, però, rappresenta l’unico cotonificio in tutta la zona di Verbania ancora in attività.
Presso il cotonificio resiste intatta l’ultima ciminiera, testimonianza della Intra industriale dell’800. Le numerose ciminiere che costellavano il paesaggio di Intra erano opere edili interamente fatte di mattoni, impilati ad arte. Oggi sono ottimi esempi di archeologia industriale.
Guida alla scrittura
- Accertatevi di aver compreso bene i due testi, realizzando una scheda per entrambi. Prestate attenzione alla parte della scheda “Osservazione”.
- Realizzate poi una presentazione che accompagni un vostro discorso in pubblico sulla figura di Sutermeister, integrando le notizi sul Cotonifico del Verbano. Il discorso sarà di circa 15 minuti e la presentazione avrà un massimo di 5 o 6 slides. Suggeriamo un possibile titolo della presentazione: “L’energia di Karl Sutermeister”. Sentitevi liberi di decidere più efficacemente. L’importanza del titolo per tenere l’attenzione del pubblico è un’esperienza comune ai conferenzieri. Sul parlare in pubblico potete leggere le pagine di ItalianaContemporanea a questo dedicate.
Carlo Sutermeister
Karl Konrad (Carlo) Sutermeister (1847-1918) era svizzero, originario di Zofingen. Nel 1870 a soli 22 anni ereditò dallo zio, Karl Cornelius Sutermeister (socio dei Müller), tutti i suoi beni in Italia. Carlo, nello stesso anno, comperò dai Müller il complesso del Monastero (la prima filatura) e la filatura di S. Bernardino, (ora Cotonificio Verbanese).
Associandosi al padre Giovanni, costituì la Ditta “Carlo Sutermeister & Compagno”. La sua vita non si caratterizzò solo per il suo impegno nell’imprenditoria, ma fu piena di intuizioni, di concrete partecipazioni per lo sviluppo della zona, di ricerche a soluzioni di problemi come quelli dei trasporti , quelli sociali e bancari. Promosse la costituzione del C.A.I., il recupero e l’utilizzo delle acque del San Bernardino.
Oltre il cotonificio
Amante della Val Grande percorreva strade e sentieri in giro per la valle. Era attratto dai suoi boschi, dai suoi silenzi, dalle sue acque, dalle cime della Laurasca, del Pedum, della Marona. Diceva che “Le buone idee vengono camminando”. Infatti la storia di Carlo Sutermeister continuò fra quei boschi dove insediò un’impresa di taglio del legname, sede a Pogallo a 775 metri, un sereno alpeggio della selvaggia Val Grande che nel momento di maggior espansione era diventato un vero e proprio paese dotato di tutti i servizi, perfino del telefono, della teleferica, ma più sorprendente tra tutti, dell’illuminazione elettrica frutto di una delle grandi intuizioni di Carlo Sutermaister.
Il trasporto dei tronchi non avveniva più con la büzza del torrente ma con un’ innovativa rete di teleferiche e décauville (10 Km) che portavano il legname fino al piano (décauville è un piccolo treno che serve a trasportare materiali. Qui l’uso è per il legno tagliato, ma la decauville si usa mentre si scavano le gallerie come mezzo di trasporto dei materiali occorrono per lavorare e dei lavoratori stessi ndr).
La centrale idroelettrica
Le tumultuose acque del San Bernardino furono strumento di un primato (Italiano e forse Internazionale) che a lui va rivendicato: nel 1892, alla “Lanca” di San Bernardino, nei pressi di Cossogno, veniva infatti realizzata da Carlo Sutermeister la prima centrale idroelettrica dotata di linea di trasporto a distanza di energia elettrica a corrente alternata, dunque con trasporto e distribuzione di energia (recentemente è tornata in funzione) per alimentare i filatoi a valle, nella piana di Intra. L’energia elettrica servì non solo industrie, ma anche l’illuminazione cittadina.
L’assicurazione
Carlo Sutermeister fu anche il primo in Italia, a fornire volontariamente la prima forma assicurativa contro gli infortuni sul lavoro, cosciente del fatto che sia a Pogallo che nelle filature in città erano fraquenti gli incidenti sul lavoro.
La banca
L’assenza, nella nostra zona, di istituti bancari che svolgessero la positiva funzione di supporto alle nascenti attività economiche, attraverso il prestito a tassi convenienti, spinse alcuni imprenditori ad avviare le opportune iniziative per la creazione di una banca locale.
Nel 1869 era stata aperta ad Intra un’agenzia della “Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde”, che però era soprattutto orientata a rastrellare denaro da investire fuori zona, soprattutto in beni fondiari e immobiliari. Erano gli anni in cui l’on. Luzzati si adoperava per la crescita di un’attività bancaria attenta al sorgere di iniziative locali; le Banche Popolari cominciavano a nascere in vari centri italiani.
L’eco di questi fatti raggiunse gli imprenditori intresi e la consapevolezza delle possibilità che tali istituti avrebbero potuto offrire li indusse a discuterne e ad elaborare un progetto per la città. Industriali, commercianti, possidenti, professionisti si riunirono in un comitato promotore, da cui nacque, nel 1874, la Banca Popolare di Intra, di cui fu primo presidente Lorenzo Cobianchi. Carlo Sutermeister, a ventisette anni, entrò a far parte del Consiglio d’Amministrazione.
La compagnia di navigazione
Tra gli interessi extra industriali di Sutermeister va annoverata anche l’iniziativa volta alla costituzione di una Compagnia intrese di navigazione. Intra era il centro più importante del lago e c’era il rischio che, con lo sviluppo delle ferrovie adiacenti, il lago divenisse, da via di transito, ostacolo di collegamenti.Il progetto di collegare per ferrovia il Mediterraneo all’Europa centrale, aveva fatto balenare verso il 1850 la speranza di poter realizzare una linea ferroviaria che da Genova, Gravellona, Intra, arrivasse a Locarno – Bellinzona.
In realtà ragioni economiche e la minore distanza finirono per far prevalere la linea alternativa Novara, Sesto Calende, Luino.Più tardi sarà realizzato il traforo del Sempione e Intra sarà perciò solo marginalmente toccata dai tracciati di questa fondamentale infrastruttura. Nel 1880 le Ferrovie Nord Milano realizzarono un capolinea a Laveno; Sutermeister fu allora tra i più attivi sostenitori della creazione di una Compagnia di Navigazione che traghettasse passeggeri e merci tra le due sponde.
Il 16 gennaio 1890, con atto del notaio intrese Imperatori, venne costituita la Società Intrese di Navigazione e il 18 aprile Sutermeister ne fu nominato presidente.
La fine
Con l’inizio del 1900 incominciò l’inspiegabile declino di Carlo Sutermeister, forse legato alla crisi dell’industria cotoniera che investi l’Italia di inzio secolo, forse per il dispiacere di aver perso il figlio Carletto, che fece crollare la certezza di una programmarta continuità. Gli sforzi finanziari di rilancio, i progetti, i sogni per sostenere lo stabilimento, (dal 1911 divenne Cotonificio Verbanese S.p.A.), crollarono con l’inizio del primo conflitto mondiale.
Carlo Sutermaister aspettò la fine della guerra ma morì il 12 dicembre 1918. Dopo di lui il cotonificio passò in altre mani. È a tutt’oggi ancora in attività e mantiene il nome di Cotonificio Verbanese S.p.A”.
Altro
Max Ackermann Max Ackermann (1850-1902) era uno di quegli imprenditori svizzeri (non era l’unico), che vedevano le potenzialità italiane. Infatti importare tessuti dalla Svizzera significava sottostare a dazi molto alti. Mentre produrre direttamente nel regno di Sardegna o comunque in Italia dopo il 1860 era fortemente attrattivo.
Tessitura De Angeli Frua. a tessitura è la prima industria che nasce anche nel VCO. A cominciare dalla filatura meccanica del cotone di Intra dei fratelli Müller, fino al fabricon De Angeli Frua a Omegna, passando per i cappellifici del lago Maggiore Abbiamo già narrato di Max Ackerman e della fabbrica che impiantò a Omegna. Nel 1902 egli cedette la sua fabbrica. Nacque così la tessitura De Angeli Frua.
Resta un’alta ciminiera Su una parte dell’area su cui sorgeva la “Metallurgica Vittorio Cobianchi”, un’area di 120.000 metri quadri, sorge ora il “Forum Omegna”. Gli allievi del Liceo Gobetti documentano cosa c’era e cosa c’è oggi nell’area della fonderia Cobianchi,