Creare una clip con IA. Il lavoro, anzi il metalavoro, che l’uso di IA mette in gioco e costruisce. Fabio Comparelli è un esempio molto significativo, perché il suo mestiere NON È nella comunicazione. Per far realizzare all’IA la clip che voleva, ha dovuto lavorare molto e in modo progressivo, riflettendo e mettendo in pratica, correggendo e verificando, insomma, imparando! È interessante perché creare una clip con IA implica lo stesso procedimento mentale che si mette in atto quando si vuol far scrivere all’intelligenza artificiale un testo. L’intervista è di Pier Luigi ed è pubblicata su Repubblica del 22 ottobre 2022.
Su Italiana contemporanea il testo è rubricato nella pagina Intelligenza artificiale. Il testo è di 1.246 parole e richiede un tempo di lettura di circa 6 minuti e mezzo.
La scimmia ti guarda dritta negli occhi, rassicurante, poggiata sul ramo di una foresta. Ma in pochi secondi si trasforma. La metamorfosi è frenetica. Il primate diventa uomo preistorico, poi un soldato medievale che sembra uscito dal popolare videogame Assassin’s Creed. E poi ecco l’uomo moderno, seguito da un cyborg e da un alieno spaventoso, con larghe fauci e denti aguzzi.
La breve clip (fatta con IA) di 39 secondi si chiama The Evolution of Man. È stata pubblicata su Instagram lo scorso 2 ottobre. Ma solo da qualche giorno è diventata virale, con milioni di visualizzazioni su Twitter. Un successo che ha travolto (e sconvolto) il suo autore, il 34enne Fabio Comparelli, che ha creato il video utilizzando l’intelligenza artificiale. Il ragazzo è nato in Italia ma vive in Svizzera, dove è è arrivato con i suoi genitori quando era ancora molto piccolo.
Nella vita di tutti i giorni, Comparelli svolge un lavoro che non ha nulla a che fare con la creatività e il machine learning. “Quello che faccio ora non mi affascina – spiega – ho sempre sognato di poter vivere della mia creatività e quello che mi sta succedendo da qualche tempo a questa parte è incredibile”.
Prima ancora delle visualizzazioni da capogiro di The Evolution of Man, infatti, Comparelli – che condivide sui social le proprie creazioni digitali con il nome “fabdream.ai” – ha ricevuto un’offerta di lavoro da parte di un compositore che scrive musica per i trailer che finiscono su Netflix. “Mi ha trovato attraverso TikTok” ci ha detto il giovane artista, che ora sogna di lasciare la sua attuale occupazione per iniziare un’avventura da freelance. “Mi sono arrivate diverse offerte – spiega – ma questo genere di lavoro con l’IA è così nuovo che è anche difficile quantificare l’impegno richiesto, senza contare che ogni giorno ci sono nuovi tools da studiare per migliorare la propria tecnica”.
Come hai scoperto l’intelligenza artificiale?
“Tre mesi fa, per caso, su YouTube. Qualcuno stava mostrando quanto fosse facile generare un’immagine a partire da una semplice testo descrittivo. Mi ha colpito subito, ho sentito come una scossa: poteva essere un’opportunità per esprimere la mia creatività”.
Il video che hai pubblicato sulla tua pagina Instagram, chiamato The Evolution of Man, è diventato virale. Su Twitter è stato visto più di nove milioni di volte. Come l’hai creato?
Ho usato un modello open source, Stable Diffusion sviluppato da Stability IA, che usa il deep learning per produrre delle immagini sulla base di una descrizione testuale. Volevo creare un’animazione dal forte impatto visivo ed emotivo. E volevo mettere in evidenza il movimento, l’evoluzione incontrollata delle cose, il tempo che scorre senza che l’uomo possa fare granché. Il tutto all’insegna del caos, quello iniziale, quello presente e quello che vivremo in futuro.
L’algoritmo ha fatto tutto da solo?
No, assolutamente. Sono io che ho deciso tutto, dall’inizio alla fine, fornendo ogni volta la descrizione dell’immagine che avevo in mente: la scimmia, poi l’uomo preistorico, l’uomo medievale, l’uomo moderno, il cyborg, l’alieno e infine lo stato di informazione pura. Ho chiaramente influenzato l’IA in diversi passaggi dell’animazione.
Puoi spiegare meglio il processo creativo?
“L’IA, come abbiamo detto, è solo in grado di proporre delle immagini a partire da una descrizione. La creazione del video richiede più lavoro umano di quanto si possa pensare. È come se fossi il regista delle scene che produce l’algoritmo. Al software devo indicare tutto: il soggetto, l’ambientazione, i colori, se è giorno o notte, persino lo stile artistico a cui deve ispirarsi. Per la clip The Evolution of Man sono state generate almeno 55.000 immagini da cui scegliere quelle migliori per il prodotto finale. Ogni rendering scaturito da una descrizione testuale, infatti, è puramente casuale e diverso di volta in volta”.
Il video The Evolution of Man dura circa 39 secondi. Quante immagini ci sono in ogni secondo?
“Ce ne sono 30, per un totale di più di 900 immagini complessive. Ognuna di queste è stata generata dall’intelligenza artificiale. Io posso influenzare, con la mia descrizione, solo il primo frame di ogni secondo. Tutti gli altri vengono creati casualmente dall’IA”.
Il problema è che l’intelligenza artificiale non offre l’immagine migliore al primo tentativo, è così?
“Sì, giusto, per arrivare all’immagine che vuoi, quella che hai in mente insomma, ci vuole tempo. Per il video di cui stiamo parlando ho impiegato circa 6 ore al giorno per produrre 900 immagini che dovevo valutare ogni volta, una per una. Sono arrivato anche a processare 4000 immagini al giorno, perché alla fine il mio computer non bastava più e dunque ho affittato altre Gpu, attraverso dei siti, per aumentare la mia potenza di calcolo. La cosa migliore da fare, se possibile, è seguire il lavoro della macchina in tempo reale. Così, se ti accorgi che l’intelligenza artificiale sta prendendo una strada diversa da quella che avevi in mente, puoi intervenire subito”.
Cosa hai fatto, alla fine, con tutte le immagini prescelte?
“Le ho affiancate sulla timeline di un programma di video editing, Premiere, e ho aggiunto le transizioni per arrivare al video definitivo che vedete su Instagram”.
In molti, guardando il tuo video sul web, hanno pensato che una macchina avesse realmente predetto l’evoluzione dell’uomo.
“Si sono sbagliati. Oggi è necessario educare le persone all’uso e soprattutto alla comprensione di questi nuovi strumenti. Dovrebbe essere chiaro che i risultati dell’IA sono solo il riflesso dei desideri del suo creatore”.
C’è chi ha definito The Evolution of Man affascinante ma anche “inquietante”. Sei d’accordo?
“Oggi l’IA è divisiva. Volevo che il video avesse un lato “inquietante” proprio per provocare una reazione nelle persone. Sono un grande fan della fantascienza, tutti questi temi mi affascinano molto, per questo video sono stato chiaramente influenzato da artisti come H.R. Giger (artista svizzero che nel 1979 ha vinto l’Oscar per il visual design di Alien, ndr) e da film come 2001 Odissea nello Spazio. Alla fine ognuno definisce il mio lavoro così come lo percepisce. Secondo me può essere inteso come inquietante perché le persone hanno una cattiva idea dell’intelligenza artificiale: non capiscono che ha solo generato le immagini, mentre il processo creativo, le correzioni e la direzione sono state opera mia.
Le opere generate dall’IA possono essere considerate arte? C’è un grande dibattito in corso.
“L’IA è una nostra creazione. Che cos’è un artista? Una banana attaccata a un muro è arte? Come creatore visivo, reputo l’intelligenza artificiale uno strumento così come un pittore usa il pennello. La uso, la guido e agisco sui suoi risultati per ottenere la visione che avevo in testa. Mi costringe continuamente a riaffermare perché faccio quello che faccio. Essere un artista vuol dire fare delle scelte. E scegliere equivale ad arrendersi. Dare opzioni all’intelligenza artificiale è già una scelta da artista. Non ci verrebbe mai in mente di screditare un artista digitale perché usa Photoshop o Illustrator. È più importante la visione e come questa viene realizzata. Gli aspetti tecnici devono passare in secondo piano”.
A cosa ti ha fatto pensare il successo del tuo video?
“Allo scorrere del tempo incontrollato, proprio come nel mio video The Evolution of Man. Il buzz sui social media è qualcosa che accade molto rapidamente ed è incontrollato. Questo è eccitante e orribile allo stesso tempo, perché spesso il messaggio è distorto, le persone si appropriano di una creazione e inventano titoli accattivanti come “Ecco che cosa l’intelligenza artificiale immagina per la nostra evoluzione” senza nemmeno prendersi il tempo di capire il processo di creazione da parte di una persona in carne e ossa”.
Guida alla lettura
Individuate nel testo tutte le osservazioni dell’intervistato sull’importanza decisiva dell’intervento umano per ottenere il risultato voluto. Ad esempio, partendo dall’inizio,
- Sono io che ho deciso tutto, dall’inizio alla fine, fornendo ogni volta la descrizione dell’immagine che avevo in mente: la scimmia, poi l’uomo preistorico, l’uomo medievale, l’uomo moderno, il cyborg, l’alieno e infine lo stato di informazione pura. Ho chiaramente influenzato l’IA in diversi passaggi dell’animazione.
- proseguite….
Individuate lo scopo che l’autore si prefiggeva: cosa voleva esprimere? Individuate nel testo le frasi che lo contengono.