Ecco perché la scrittura morirà

Ecco perché la scrittura morirà. La scrittura è un’invenzione umana e come tutte le cose umane finirà, anzi sta già morendo: si possono già registrare le avvisaglie.

Ecco perché la scrittura morirà. Un suggestivo commento sulla fine della scrittura di Silvia Ferrara, professoressa ordinaria di Filologia micenea e Civiltà egee all’Università di Bologna. Il testo è pubblicato su La Stampa del 20 marzo 2023.

Ecco perché la scrittura morirà. Gli studenti universitari, almeno i miei, sono creature particolari. Io li sottopongo a simpatiche vessazioni, del tipo «fatemi una presentazione a braccio, per mezz’ora, come se foste al posto mio». Inutile dire che mi diverto più io di loro. Una di queste creature, parlando del fenomeno x e y nel remoto passato, se ne è uscita con la stentorea dichiarazione che il fenomeno x era «diacronicamente sincronico». Il che ha senso solo nella sua testa, finché non ci riflettiamo su.

Infatti, senza sapere che stava scomodando i Quattro Quartetti di TS Eliot – “Se tutto il tempo è eternamente presente” – e la riflessione su principio e fine, la creatura aveva ragione. Tutti i fenomeni umani, soprattutto quelli umani, sono diacronicamente sincronici. Hanno un inizio sulla linea del tempo, su di essa si stendono, e noi li osserviamo in quel punto, solo quello, in cui siamo senzienti e vivi e possiamo descriverli. A volte anche spiegarli. In alcuni fenomeni del “qui ed ora” c’è già il seme della loro fine, il destino del loro crepuscolo. Leggi di più

Guida alla lettura

Ecco perché la scrittura morirà

  1. Accertatevi di aver compreso del tutto il commento della professoressa Ferrara, completando la scaletta del testo.
    • Introduzione spiritosa. Che racconta? Come chiama i suoi studenti? Cita i Quattro Quartetti di TS Eliot: cercate le info su quest’opera e sul suo autore.
    • L’invenzione della scrittura in più luoghi, la sua diffusione e vitalità nel tempo, ma anche la sua estraneità al DNA umano. Riassumete il pensiero della professoressa.
    • Il nodo concettuale centrale. Proprio la presenza nel tempo della scrittura, proprio la sua vitalità la classificano come fatto umano e come tale soggetto ad un ciclo che ha un inizio e una fine. Già qui e ora sono descrivibili i tre segni premonitori (“prodromi”) della fine.
    • Elencate e spiegate le tre avvisaglie della fine della scrittura
    • Citazione come conclusione retorica. Quale?
  2. Un altro esercizio che potete fare è questo. Il testo della professoressa Ferrara è compatto. Provate suddividerlo con dei sottotitoli. Provate due versioni:
    • una “seria” (i sottotitoli come creazione della scaletta del testo, il cui scopo è la vostra comprensione del testo stesso);
    • l’altra “faceta” (i sottotitoli come strumento retorico per stuzzicare l’attenzione del lettore.
  3. Per questa seconda versione, diciamo “spiritosa”, fatevi assistere dall’Intelligenza artificiale. Chiedetele di fornirvi più di un titolo e poi scegliete quello che ritenete più attinente al testo. Vi diamo un esempio. Primo paragrafo. Titolo neutro: Introduzione. Titolo “spiritoso”: IA ci ha proposteo queste alternative:
    • Il curioso caso della definizione di “diacronicamente sincronico”  
    • Quando il passato e il presente si incontrano
    • Quando un’idea geniale diventa ridicola: l’epica battuta di un giovane studente.
  4. Se vi domandate come abbiamo fatto per ottenere questi titoli, abbiamo dato a ChatGPT il testo del primo paragrafo e in un secondo tempo abbiamo chiesto un titolo più accattivante.

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