Ieri&Oggi Il digitale favoloso. Ecco come trasformai un’aula scolastica in una bottega di apprendimento grazie agli strumenti digitali. Una bottega favolosa.
Come quella del Verrocchio, dove tutti – tutti – lavorano e imparano, che siano Leonardo (rarissimi), o Salaino (comunissimi). In questa
Ieri&Oggi. Il digitale favoloso si sfoglia in orizzontale, usando le frecce (anche da tastiera) o il gesto swipe su trackpad.
Ieri&Oggi Il digitale favoloso. Favoloso fu il prodotto del nostro lavoro: cinque analisi testuali, nonostante le difficoltà!
Ieri&oggi Il digitale favoloso. L’idea c’era! Ma… eravamo in anticipo sui tempi del software! Era il 1996. Usammo un HTML Editor. Non c’era ancora XML. Non c’erano i CMS, che consentono di scrivere un sito web senza la necessità di conoscere un linguaggio di programmazione.
Per lavorare insieme dovevamo incontrarci fisicamente nel laboratorio informatico della scuola. Non c’erano le piattaforme come Google, Zoom, Microsoft, Canva che offrono la possibilità di condividere uno stesso progetto e di realizz
Ciò nonostante, l’idea si rivelò feconda. Alle cinque analisi iniziali negli anni successivi fu aggiunta una spiegazione teorica: quali regole fanno sì che un insieme di parole diventi un verso? e le cinque analisi iniziali divennero parte di una webserie che si trova sul sito di italianacontemporanea.com ➡️
Ieri&Oggi Il digitale favoloso. Per esprimersi con disinvoltura è indispensabile preparare un testo scritto da tenere a portata di mano o una presentazione.
Lo scritto su carta o stampato su carta o la presentazione aiutano perché regalano sicurezza a chi parla.
I miei studenti cominciarono semplicemente scrivendo a mano su fogli trasparenti da proiettare con una lavagna luminosa. Poi comparve il wordprocessor, poi l’outliner. Poi venne il tempo di powerpoint e software simili. Oggi c’è solo l’imbarazzo della scelta.
La scrittura in qualsiasi forma è come la rete di protezione dei trapezzisti del circo.
Può capitare anche di preparare una presentazione come via breve, sintetica, capace di comunicare l’essenziale, partendo da un relazione molto ampia e analitica. È il caso che capitò a una mia Quinta di geometri.
Gli studenti vollero utilizzarla per l’esame di Stato. MA… ben presto Ii resero conto che la loro esposizione, così ben costruita nello scritto, non era tanto efficace nell’orale. Per l’orale avevano bisogno di un testo diverso. Nella forma: non più una relazione, ma una presentazione. Nel tema centrale: non sui dati e sulla metodologia di raccolta; ma su ragioni e risultati del rilievo topografico.
Si resero conto cioè sul campo che quando scopo, destinatario, tempo a disposizione, modalità (orale o scritto) cambiano, quando cambiano questi parametri, il testo deve cambiare.
Sui benefici della videoscrittura non diremo altro, perché ne abbiamo già parlato qui su DeltaScience, ➡️ osservando la sua concretezza, e le sue qualità fin dagli anni ‘80.
Oggi al wordprocessor possiamo chiedere di tenere d’occhio per noi ,non solo la punteggiatura, la correttezza ortografica e sintattica, ma lo stile del testo , e la sua “leggibilità”.
Eccoci giunti a una questione controversa. Le ragioni di chi accoglie con molta prudenza, o con diffidenza, gli strumenti che l’intelligenza artificiale offre, sono del tutto fondate e sensate. Ne abbiamo parlato su italianacontemporanea.com in Il filo di gennaio. IA: credibilità e trasparenza vs l’ombra degli algoritmi ➡️.
Tuttavia potrebbero esserci dei vantaggi, sia nella didattica della scrittura, sia nella gestione degli alunni meno motivati.
Una mattina, in un liceo della Repubblica. Ci stiamo esercitando a scrivere testi di 250-300 parole per un blog . Ho chiesto a una ragazzetta che chiamerò Ida di scrivere sulla dieta chetogenica. (Ida è rotondetta e ha l’ossessione di pesare troppo, quindi il soggetto è di suo interesse). Le dico di usare ChatGPT.
Per leggere la cronaca intera, cioè tutti i prompt di Ida e le risposte di ChatGPT basta un clic ➡️
Chi si avvicina per la prima volta all’intelligenza artificiale ha l’impressione che l’IA faccia tutto da sola. Ma non è così. Se si chiede a ChatGPT “Scrivi un saggio su”, non si otterrà un buon testo e neanche lontanamente ciò che ci si era imm2aginati. (…)
Al wordprocessor possiamo chiedere di valutare anche la “leggibilità” del testo che stiamo scrivendo. Leggibilità è termine tecnico. “Leggibile” è uno scritto che ottiene un dato punteggio che varia a seconda dell’indice usato. Per l’italiano si usa l’indice Gulpease, messo a punto da Tullio de Mauro ➡️ e dal GULP – Gruppo universitario linguistico pedagogico, presso l’Istituto di Filosofia dell’Università degli studi di Roma La Sapienza.
Nel 1982 il GULP definì una nuova formula, la formula GULPEASE, partendo direttamente dalla lingua italiana, e verificando con dei test la reale comprensibilità di un corpus di testi.
La formula GULPEASE calcola la lunghezza delle parole in lettere, e non in sillabe, come nei modelli inglesi.
Ecco la formula GULPEASE.
Facilità di lettura = 89 – LP/10+FR*3
LP= lettere per 100/totale parole
FR= frasi per 100/totale parole
Associa infine il punteggio calcolato con la formula al grado di scolarità del lettore.
Il valore “100” indica la leggibilità più alta,”0″ la più bassa. Risulta così che testi con un punteggio inferiore a 80 sono difficili da leggere per chi ha la licenza elementare. Inferiore a 60 sono difficili da leggere per chi ha la licenza media. Inferiore a 40 sono difficili da leggere per chi ha un diploma superiore.
In realtà potremmo chiedere ancora di più al nostro wordprocessor: oltre alla leggibilità di ciò che scriviamo, potremmo chiedere di tener d’occhio l’inclusività del nostro modo di esprimerci: siamo più sensibili alle discriminazioni di genere che passano spesso inosservate nel linguaggio! Potremmo chiedere la traduzione del nostro testo in lingua … che so …swaili! Potremmo … ma il discorso diverrebbe lunghissimo. Dunque… potremmo, ma sarà per un’altra volta!
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo.