Bard, l’IA di Google

Google annuncia Bard, l’IA con cui si può conversare. Cronaca di Pier Luigi Pisa su La Stampa del 6 febbraio 2023.

Su ItalianaContemporanea l’articolo è pubblicato nella pagina Intelligenza artificiale. Il testo conta 994 parole e richiede circa 5 minuti di lettura.


Si chiama Bard. Proprio come il bardo poeta e cantastorie del medioevo. Ed è l’intelligenza artificiale generativa con cui Google intende rispondere a ChatGpt.

Sundar Pichai, amministratore delegato di Alphabet, la società che governa Google, lo ha annunciato ufficialmente con un post, dopo l’articolo della Cnbc che nei giorni scorsi aveva pubblicato diverse indiscrezioni sui piani dell’azienda di Mountain View nel campo dell’intelligenza artificiale.

Contrariamente a ciò che in molti auspicavano, Bard per ora non sarà aperta al pubblico. Pichai ha scritto che l’IA di Google sarà accessibile a un gruppo di tester fidati e selezionati. Ma tutti gli altri hanno una speranza: “Bard – scrive il Ceo – sarà più ampiamente disponibile al pubblico nelle prossime settimane”. Da questo punto di vista, insomma, Google intende proseguire sulla sua strada conservativa.

Nel corso di un meeting che si è svolto lo scorso gennaio, sia Sundar Pichai sia Jeff Dean, il capo della divisione di Google che si occupa di intelligenza artificiale, avevano tenuto a bada l’impazienza di alcuni dipendenti, convinti che l’azienda avrebbe dovuto rispondere il prima possibile a ChatGpt e alla società che l’ha sviluppata, Open AI, fondata nel 2015 a San Francisco. Solo otto anni fa.

“Non stiamo perdendo un’occasione?” aveva chiesto un dipendente. Pichai e Dean avevano spiegato, in quell’occasione, che Google avrebbe dovuto attendere più degli altri. Perché se qualcosa fosse andato storto, avrebbe pagato un prezzo maggiore. “Le persone si fidano delle risposte che ottengono da Google”, aveva detto Jeff Dean, lasciando intendere che eventuali errori – legati a una possibile disinformazione, oppure a un linguaggio violento o colmo di pregiudizi – avrebbero minato gravemente la reputazione dell’azienda.

Soltanto pochi giorni fa invece, commentando i risultati finanziari di Alphabet, Pichai è tornato sul tema, accelerando: “Molto presto le persone saranno in grado di interagire direttamente con il nostro modello linguistico più recente e potente – aveva detto il Ceo – per completare le loro ricerche ma anche in modi sperimentali e innovativi”.

“Con Bard, cerchiamo di combinare l’ampiezza della conoscenza mondiale con l’intelligenza, la potenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici – scrive oggi Pichai, annunciando l’attesa IA -. Bard utilizza le informazioni presenti sul web per fornire risposte aggiornate e di alta qualità. Può essere uno strumento per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità: per esempio, aiutando a spiegare a un bambino o una bambina di 9 anni le nuove scoperte del telescopio spaziale James Webb della NASA, o per saperne di più sui migliori attaccanti di calcio in questo momento, o per ottenere consigli su come migliorare le proprie competenze”.

“Inizialmente – aggiunge Pichai -. Bard utilizzerà una versione semplificata di LaMDA. Questo modello, molto più piccolo, richiede una potenza di calcolo significativamente inferiore, consentendoci di aprirlo a più persone e ricevere così più commenti e suggerimenti. Combineremo i suggerimenti esterni con i nostri test interni per assicurarci che le risposte di Bard soddisfino un livello elevato di qualità, sicurezza e fondatezza delle informazioni del mondo reale. Questa fase di test, di cui siamo entusiasti, ci permetterà di continuare a imparare e migliorare la qualità e la velocità di Bard”.

LaMDA – “Language Model for Dialogue Applications” – è il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Google per consentire a una macchina di conversare in modo ‘naturale’ con un essere umano. Google ci lavora da molti anni. Eppure le potenzialità di LaMDA sono state svelate solo a maggio del 2021, quando Sundar Pichai ha dialogato con Plutone. Sì, proprio il pianeta, le cui risposte ovviamente sono state generate dall’IA.

Questo ‘gioco’, grazie ai passi in avanti dell’intelligenza artificiale generativa, oggi è largamente diffuso. Si può fare con ChatGpt, a cui basta chiedere “Act as…” (“Fai finta di essere…”) per instaurare una conversazione con una persona, un animale o addirittura un oggetto. E si può fare, in modo ancora più divertente, con siti come Character.ai, che propongono alle loro community di dialogare con personaggi famosi del presente e del passato, da Elon Musk alla regina Elisabetta II o Freud. In ognuno di questi casi, le risposte che si ottengono sono sempre plausibili e coerenti. Le nuove IA, addestrate su un volume enorme di dati, sono infatti capaci di imitare – in alcuni casi alla perfezione – lo stile e le espressioni di scrittori, politici, imprenditori e cantanti.

Annunciando Bard, Google si prepara a rivoluzionare – o almeno a ripensare – il modo in cui si effettuano le ricerche sul web. Il cuore degli affari di Alphabet, insomma, che rischia di rallentare per colpa dei competitor. In particolare di Microsoft, che pensa di rivitalizzare il suo motore di ricerca, Bing, usando l’IA di ChatGpt per generare risposte che siano più naturali e discorsive, e che si prestino a un dialogo potenzialmente infinito con l’utente.

“Spesso si pensa che la Ricerca Google venga utilizzata per avere risposte rapide e fattuali, come “quanti tasti ha un pianoforte?” – sottolinea Pichai nel post con cui ha annunciato Bard -. Ma sempre più persone si rivolgono a noi per trovare approfondimenti e consigli, per esempio scrivendo “è più facile imparare a suonare il pianoforte o la chitarra e quanto dovrei esercitarmi per ognuno dei due?”. Capire da una frase di questo tipo qual è davvero il tipo di informazioni cercate non è facile”.

“L’intelligenza artificiale può essere utile in questi momenti, perché sintetizza una serie di idee là dove a una domanda non corrisponde una sola risposta giusta – aggiunge Pichai -. Presto saranno disponibili nella Ricerca Google nuove funzioni basate sull’IA che distillano in un formato semplice informazioni complesse e prospettive multiple, così da permettere di farsi rapidamente un quadro generale e scoprire di più grazie al web”.

Se dobbiamo credere a Cnbc, che ha svelato con cinque giorni d’anticipo Bard, Google sostituirà presto il pulsante “Mi sento fortunato” con una nuova barra in cui digitare potenziali domande come si farebbe con una chatbot intelligente. Le risposte saranno offerte in una ‘bolla’ grigia che comparirà subito sotto. E in più saranno consigliate delle domande da effettuare, utili ad approfondire l’argomento, per proseguire la ricerca.