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I cazzotti fanno male

I cazzotti fanno male. Chiacchiere inutili sull’irrilevante, di gusto tipicamente italiano. Olimpiadi di Paris2024. Sport: pugilato femminile. Match tra Angela Carini – italiana, agente di polizia, 25 anni – e Imane Khelif – algerina, pugile di professione, 25 anni anche lei. L’incontro dura 46 secondi. Dice Angela Carini : «Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l’equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta». Come dice quel personaggio nel film I mostri di Dino Risi? «I cazzotti fanno male!».

i cazzotti fanno male

I cazzotti fanno male

Corsivo della redazione di ItalianaContemporanea.

Tutto qui. Invece l’episodio, semplice da capire, diventa un caso. Persino la presidente del Consiglio dei Ministri trova il tempo di commentarlo, ovviamente contro l’algerina. Naturale, siamo italiani! Anche questo non è difficile da capire. Ma è la presidente Giorgia Meloni – anche lei! – a farlo diventare un caso di gusto tipicamente italiano: le chiacchiere inutili sull’irrilevante.

C’è però dell’autentica cattiveria contro la pugile algerina, una cattiveria che, come è proprio della cattiveria, fa del male gratuito. In ambito sportivo la polemica partigiana, emotiva, schierata è, per quanto cafona, accettabile, non è più accettabile quando si traveste, quando finge di essere argomentazione razionale, e sulla base di questo giudica: naturalmente l’immorale è sempre l’altro.

Guida alla scrittura

I cazzotti fanno male. Immaginate di lavorare nella redazione di questo sito web. Avete visto leggendo il corsivo che la redazione non ha atteggiamenti, per così dire, allergici al mondo LGBT; che inoltre manifesta preoccupazione per i toni da crociata che i commenti alla vicenda del match di pugilato Carini-Khelif ha suscitato. Se doveste approfondire l’argomento, e non limitarvi ad un breve corsivo come quello che avete letto, come costruireste il racconto di questa vicenda? Quale sarebbe il vostro storytelling? la vostra narrazione?

Avete libertà di scegliere se raccontare con le parole, o con le parole e le risorse multimediali, o solo su queste ultime.

Gli spunti sono tanti. Ve ne suggeriamo qualcuno. Potete tenerne conto o ignorarli. Avete completa libertà.

  1. La storia delle due pugili. Molto giovani, che passato hanno?
  2. Il corsivo fa riferimento ad un film del 1963 di Dino Risi “I mostri” in particolare al personaggio di Vittorio Gassman. Ma potreste anche paragonare la storia delle due pugili di oggi ad un altro film, che forse avete visto, quello di Clint Eastwwod “Million Dollar Baby” del 2004.
  3. Sbatti il mostro in prima pagina. Così hanno parlato dell’algerina Khelif molti giornalisti; hanno costruito la narrazione di un mostro. Non è invece una storia di povertà, come quella di tanti pugili? E l’altra pugile che sale sul ring perché così vuole il papà? (si veda l’intervista di Angela Carini su La Stampa del 2 agosto 2024).
  4. A proposito del “mostro” Khelif: che ne direste di un’associazione al testo della “Donna cannone” di Francesco De Gregori?

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