Il digitale nel XXI secolo

Il digitale nel XXI secolo. L’immaterialità del digitale crea alcuni problemi a livello culturale e genera conseguenze economiche. Poiché il digitale non si tocca, non si esperisce con tutti i sensi, le persone hanno difficoltà a percepirne il valore.

Il digitale nel XXI secolo

Il digitale nel XXI secolo. Le sfide politiche. Questo breve saggio (1.473 parole) di Stefano Quintarelli è pubblicato su Il Foglio del 13 agosto 2018. In ItalianaContemporanea sta In Archivio storico per argomento, Intelligenza artificiale

L’immaterialità del digitale crea alcuni problemi a livello culturale e genera conseguenze economiche. Poiché il digitale non si tocca, non si esperisce con tutti i sensi, le persone hanno difficoltà a percepirne il valore. Questo ha conseguenze (nocive) anche nelle politiche di investimento nel settore. Si è tentati a investire denaro e in generale a occuparsi di cose che hanno una dimensione materiale, che si vedono, si toccano, pesano. Questo perché storicamente le persone sono abituate ad apprezzare il valore solo di ciò che esperiscono con tutti i sensi. La solidità del mattone è proverbiale come fonte di stabilità ed emblema di garanzie per il futuro. Gli asset materiali sono sempre stati un pilastro degli stati patrimoniali delle aziende.

Eppure oggi viviamo in un mondo in cui la più grande società di autonoleggio non possiede un’auto (Uber), il maggiore media del pianeta non ha rotative (Facebook), il più grande ipermercato non ha magazzino (Amazon), la più diffusa compagnia telefonica non ha centrali (Skype), il più grande fornitore di ospitalità non possiede palazzi (Airbnb), eccetera. Sono tutte aziende nate da pochi anni e cresciute in un modo esplosivo (per essere più precisi, esponenzialmente) grazie alla mancanza di attriti della dimensione immateriale in cui operano. Leggi di più

Guida alla lettura

Il digitale nel XXI secolo. Ecco la struttura logica di questo saggio. A voi completarne le parti.

  1. Premessa: “(…)storicamente le persone sono abituate ad apprezzare il valore solo di ciò che esperiscono con tutti i sensi” . “Gli asset materiali sono sempre stati un pilastro degli stati patrimoniali delle aziende”.
  2. Dato di fatto: “Eppure oggi viviamo in un mondo in cui la più grande società di autonoleggio non possiede un’auto (Uber), (etc: seguono esempi) “.
  3. Tesi: “L’immaterialità del digitale crea alcuni problemi a livello culturale e genera conseguenze economiche. Poiché il digitale non si tocca, non si esperisce con tutti i sensi, le persone hanno difficoltà a percepirne il valore. Questo ha conseguenze (nocive) anche nelle politiche di investimento nel settore”.
  4. Argomentazione costruita sul confronto tra il modello di sviluppo materiale e quello immateriale. Ai lettori di questa pagina individuarne i termini.
  5. Conseguenze.
    1. “La dimensione immateriale tende a prevalere su quella materiale nel rapporto tra le persone, con gli utenti e i consumatori; quella sensazione di fiducia, di affidabilità data dalla concretezza del materiale viene messa a dura prova da nuovi equilibri che si possono costituire a una velocità impensabile mettendo in crisi solidità secolari. Le persone lo percepiscono per il loro lavoro, per i loro beni, i loro investimenti e redditi futuri, e questa volatilità provoca in loro un comprensibile disagio”.  Ai lettori di questa pagina individuare altri passaggi del testo che riprendono questa idea.
    2. “Gran parte delle istituzioni che ci hanno guidato e protetto quando la società e l’economia erano basate sulla materialità oggi sembrano inadatte ad affrontare il nuovo ordine”. Ai lettori di questa pagina individuare altri passaggi del testo che riprendono questa idea.
  6. Conclusione: cosa si dovrebbe fare. “Abbiamo una società che vive vere e proprie rivoluzioni scientifiche e tecnologiche, con progressi che accelerano in tutti i settori chiave, dalla salute all’energia, ma siamo sostanziali conservatori in politica e nelle istituzioni. Il tutto, per tutelare diritti maturati in un’epoca che non esiste più. Nel frattempo, le persone che non avranno le storiche istituzioni di tutela e garanzia devono anche sostenere buona parte del peso delle “vecchie” istituzioni. A quelle persone dovremo dare una nuova visione del futuro”.

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