L’Europa è mantenuta dagli Stati Uniti? Ferruccio de Bortoli nello stesso articolo sul Corriere della Sera del 17 febbraio 2025 osserva che gli europei sono forse sprovveduti, ma non mantenuti e allega queste ragioni. Il ruolo dell’Europa in concreto è molto pesante. De Bortoli dice perché.
- Il totale degli aiuti europei all’Ucraina è superiore a quello di Washington. La guerra ha aumentato il costo dei nostri rifornimenti energetici, ma ha anche ingrassato chi ci vende il gas liquefatto (tra questi gli Stati Uniti).
- Le spese militari saranno state inferiori alla percentuale desiderata ma l’Unione europea nel suo insieme è al terzo posto dietro Usa e Cina. E le commesse ad aziende americane sono la parte rilevante.
- È vero che gli Stati Uniti hanno un grande disavanzo commerciale con l’Ue (155 miliardi nel 2023 secondo Eurostat), ma non se sommiamo i servizi (l’avanzo Usa era di 104 miliardi), cioè se guardiamo all’insieme della bilancia dei pagamenti.
- E sul mercato dei capitali ogni anno 300 miliardi dei risparmi europei sono investiti negli Stati Uniti. Ne beneficiano anche, e soprattutto, i giganti del web che non accettano di pagare nemmeno uno straccio di tasse nei Paesi europei nei quali fanno grandi affari.
Cosa deve fare l’Europa? essere veloce, organizzata, decisa
Mario Draghi ha parlato all’EuroCamera il 18 febbraio 2025. Il resoconto è della redazione Economia del Corriere della Sera e dell’Agenzia Ansa.
Velocità, scala e intensità saranno essenziali
Alcune idee perché l’Europa abbia un ruolo concreto e competitivo. Al nuovo contesto attorno all’Ue «la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l’economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all’entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l’ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali». E ha aggiunto, ricordando gli 800 miliardi di investimenti all’anno necessari per rilanciare l’Ue secondo il suo Rapporto per la competitività: «Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity».
Difendere le industrie tradizionali
Oltre ad agire per modernizzare l’economia europea «dobbiamo gestire la transizione per le nostre industrie tradizionali. Queste industrie rimangono importanti per l’Europa. Dal 2012, i primi 10 settori con la produttività in più rapida crescita sono costituiti quasi interamente da cosiddetti settori mid-tech, come l‘automotive e i macchinari. Anche il settore manifatturiero impiega circa 30 milioni di persone, rispetto ai 13 milioni degli Stati Uniti. E in questo mondo in cui le relazioni geopolitiche si stanno evolvendo e il protezionismo è in aumento, mantenere industrie come l’acciaio e i prodotti chimici che forniscono input all’intera economia e sono fondamentali per la difesa è diventato strategico. Il supporto alle industrie tradizionali è spesso rappresentato come una scelta binaria. Possiamo scegliere di lasciarle andare e consentire alle risorse di spostarsi verso nuovi settori, oppure possiamo sacrificare lo sviluppo di nuove tecnologie e infine rassegnarci a una crescita permanentemente bassa. Ma la scelta non deve essere così netta. Se realizziamo le riforme per rendere l’Europa più innovativa, allenteremo molti dei compromessi tra questi obiettivi»
Il nodo della difesa
Il rapporto affronta diverse vulnerabilità nell’economia europea, una delle quali è il nostro sistema di difesa, dove la frammentazione della capacità industriale lungo linee nazionali impedisce la scala necessaria. «Anche se siamo collettivamente terzi al mondo per spesa, non siamo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva. I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’Ue è inferiore alla somma delle parti», ha spiegato l’ex presidente della Bce.
L’energia
Draghi è intervenuto anche sulla questione energetica. L’Ue deve abbassare i prezzi dell’energia e «ciò è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate». Posto che si stima che il consumo di energia dei data center in Europa sarà più che triplicato entro la fine del decennio ma è anche sempre più chiaro che la decarbonizzazione stessa può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati», ha proseguito Draghi.
Il Rapporto identifica una serie di ragioni per gli alti prezzi dell’energia in Europa, oltre al fatto che l’Ue non è un importante produttore di gas naturale: «il coordinamento limitato dell’approvvigionamento di gas naturale, il funzionamento del mercato energetico, i ritardi nell’installazione di capacità rinnovabili, reti sottosviluppate, elevata tassazione e margini finanziari», Così ha detto Mario Draghi, evidenziando che «questi e altri fattori sono tutti di nostra creazione e pertanto possono essere cambiati se abbiamo la volontà di farlo». «Allo stesso tempo, dobbiamo garantire parità di condizioni per il nostro innovativo settore delle tecnologie pulite in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione. La decarbonizzazione non può significare che perdiamo posti di lavoro verdi perché le aziende nei Paesi con più sostegno statale possono conquistare quote di mercato», ha concluso.
Risposte significative in replica
«Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista: per costruire l’unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d’azione. Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente. Possiamo recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli».
«I governi e i parlamenti nazionali del nostro continente, la Commissione e il Parlamento europeo sono chiamati a essere i custodi di questa speranza in un momento di svolta nella storia dell’Europa. Se uniti, saremo all’altezza della sfida e avremo successo».
“L’Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo. Ora il mondo confortevole è finito, e dobbiamo chiederci, vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove?»

Guida alla lettura e alla scrittura
Il ruolo dell’ Europa in concreto. Esercizi di comprensione.
Questi due testi richiedono una scheda comune, perché esprimono un punto di vista e usano i fatti come argomenti a sostegno. Dunque create la scheda al cui interno collocherete gli esercizi 2 e 3.
- Esercizio 1. Schedatura. Il brano di Ferruccio De Bortoli, dedicato definire perché non si può dire che l’Europa sia mantenuta dagli USA, richiede che siano precisati i quattro argomenti citati come “prove”. Sono infatti generici sulle cifre e silenti sulle fonti. Fate una ricerca in rete e completate il testo originale con le info mancanti, in modo da integrare la scheda.
- Esercizio 2. Mappa mentale. il resoconto del discorso di Mario Draghi all’EuroCamers è già strutturato dai cronisti che loro presentano. Per essere certi di aver compresso bene, completate la mappa mentale che vi proponiamo.
Il ruolo dell’Europa in concreto. Esercizi di composizione.
- Esercizio 3. Storyboard. Concentratevi su due testi: uno, il profilo di Putin che avete ascoltato dalla clip Putin al potere da 25 anni, e, due l’ipotesi sul piano di pace per l’Ucraina che l’amministrazione Trump sta preparando (Come Trump vede l’Ucraina). Scrivete lo storyboard di un video breve, dal titolo Putin e Trump allo specchio.
- Esercizio 4. Video. Basandovi sullo storyboard che avete prodotto e dopo aver raccolto il materiale multimediale, create un video per il vostro canale YouTube in cui confrontate i due profili. Titolo: Putin e Trump allo specchio. Durata: max un minuto e mezzo/ due minuti)
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