Jheronimus Bosch 500

Recensione della mostra del 2016 a ‘s-Hertogenbosch per i 500 anni del pittore Jheronimus Bosch che in quella città nacque. Il testo è di Ferdinanda Cremascoli. È stato pubblicato su ItalianaContemporanea il 10 marzo 2016.


Jheronimus Bosch 500. È una mostra molto bella che raccoglie i dipinti di Bosch dispersi in tanti luoghi in Olanda ma anche in Spagna, Germania, Italia, Stati Uniti.

È difficile per noi pensare che Jheronimus Bosch sia un contemporaneo di Leonardo.  Il suo mondo assomiglia a quello di Dante: le pene infernali ci sono tutte. Le cacce infernali, il fuoco, la pece bollente, il fiume di sangue …

Ma l’analogia finisce qui.

L’immaginazione di questo pittore è sempre di eventi, cose, persone angosciose, un incubo che non finisce mai. È manifestazione di quella fantasia nordica che sembra sempre abbandonata dalla ragione e dalla speranza e dalla carità.

Mi domando se questo pittore non stia raccontando un mondo storico che gli è contemporaneo semplicemente barbarico, pieno di fumo e fracasso e violenze. Le pene infernali che a noi possono sembrare il frutto di una accesa fantasia, non sono invece il racconto grottesco, certo, dei tormenti praticati come norma nei processi medievali? E le scene miserabili cui siamo costretti ad assistere  (protagonisti prostitute, ladri, assassini…) non sono le scene ordinarie di un mondo cattivo?

Anche quando Jheronimus rappresenta il paradiso terrestre o il paradiso stesso, c’è sempre qualche particolare inquietante: animali che ingoiano prede strane, piante mai viste e che suscitano un qualche ribrezzo… D’altra parte la via del paradiso è un lungo tunnel scuro e pauroso che sbuca verso una luce lontana.

Mai così la via di Dante! Il cammino verso il paradiso comincia fin dalla spiaggia del Purgatorio (dolce color d’oriental zaffiro…). Dura e aspra è la montagna ma mai angosciosa . Ma anche l’inferno non è mai disperato per il lettore che “ragiona” anche sul peccato più tremendo, sempre assistito da Virgilio.

Insomma mi pare di sentire in questa mostra un “tono” che non appartiene a noi italiani.

Detto questo il pittore è straordinario: che volti, che oggetti, che panneggi … un grande artista.

Solo una critica. Manca il trittico de”il giardino delle delizie” ci sono solo copie di due dei pannelli del celebre trittico (manca lo strepitoso inferno!)