Kadan Difficulties of Profanation è una mostra di Nikita Kadan alla Biennale di Venezia nel 2022 e in molte città europee negli anni successivi. «Da anni raccolgo brandelli di quartieri bombardati. Putin ritiene inesistente la cultura ucraina, ma un artista non può accettarlo. È il motivo per cui sono in Italia, per rappresentare il mio Paese, mostrarlo, raccontarlo. Gli amabili resti della mia città diventano l’arte della denuncia». Così dice Nikita Kadan a Giulia Zonca in un’intervista del 21 aprile 2022.
Ospite della Biennale, Kadan dal 2014 raccoglie frammenti bombardati e li mette in mostra col titolo Difficulties of Profanation. «Ho preso quei frammenti di città offese, li ho portati altrove per dire che gli spari sarebbero andati avanti, oltre. È Putin che avanza. Putin contro l’Europa, a caccia dei valori che rappresenta».
Kadan Difficulties of Profanation
Nikita Kadan è nato a Kiev nel 1982. La sua opera spazia dalla scultura all’installazione, dalla pittura alla grafica, dal disegno al video. Spesso lavora con architetti, sociologi e attivisti per i diritti umani, perché una ricerca pervade la sua produzione artistica: come rendere visibili i meccanismi invisibili del potere autoritario?
L’architettura ha bisogno della storia per rivelare la presenza e l’eredità dell’Unione Sovietica nella cultura ucraina contemporanea. Nikita Kadan Difficulties of Profanation vuole raccontare con questa mostra l’impatto della guerra che imperversa nel suo paese dal 2022, ma che ha avuto già un inizio nel 2014, L’artista vive il conflitto in prima persona, come testimonia il suo impegno già nella “Orange revolution”, nelle manifestazioni di protesta del 2014 quando la Russia occupò la Crimea, e oggi nella guerra aperta.

Guida alla scrittura
Kadan Difficulties of Profanation. Esercizio di composizione
- Esercizio 1.Diario personale in forma scritta o in forma multimediale. In questo “filo” di marzo un altro testo si sofferma sulla sofferenza, sulla crudeltà, ma anche sulla verità della guerra: è Lirica ucraina, il film documentario di Francesca Mannocchi. Basatevi sulle osservazioni dei due testi, e immaginate di scrivere un diario di guerra. Dev’essere un testo che di settimana in settima annota gli avvenimenti della guerra e le vostre riflessioni su quanto accade. Il lasso di tempo su cui scrivere è il mese di febbraio 2025. Siete liberi di dare al vostro diario, la forma classica, cioè scritta o la forma multimediale, fatta di una raccolta di materiali diversi , scrittura, foto, video, musica… l’essenziale è che sia un diario, cioè un testo ricco di elementi soggettivi, incentrati sulle considerazioni e sulle impressioni di chi scrive. Se scrivete un diario classico, scriverete un testo a settimana, quindi 4 testi di un minimo di 200 parole ognuno (nessuna limitazione sul massimo di parole). Se invece optate per la forma multimediale il minimo è una slide per settimana, il massimo non è prescritto: è una vostra scelta. Dopo la fine del mese scelto, avete due settimane di tempo per consegnare il lavoro.
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