La complessa questione del copyright/2

La complessa questione del copyright. La tutela delle opere prodotte dall’IA. Seconda parte.
Nella prima parte abbiamo trattato l’altro aspetto del copyright, cioè la tutela delle opere usate per istruire l’intelligenza artificiale.

La complessa questione del copyright

La complessa questione del copyright è un breve saggio di Lucrezia Bolla pubblicato il 7 settembre 2023 su Altalex.com. È trattata la complessa questione del copyright, come tutela dei testi prodotti dall’IA. Il saggio ha una solida struttura argomentativa, che vi presentiamo in Guida alla lettura e che vi chiediamo di completare.

3. La titolarità del diritto d’autore tra Uomo e Macchina

Un’altra specola, radicalmente differente, del controverso rapporto tra IA generative e diritto d’autore sta nell’attribuzione di una tutela giuridica all’output generato dall’IA, ritenuto, nella mente dell’essere umano che ne fa uso, un’opera d’arte o d’ingegno. Leggi di più

5. Conclusioni

Le tematiche relative all’intersezione tra diritto d’autore e Intelligenze artificiali sono tutt’altro che ovvie. A prescindere dalle considerazioni esposte sinora, bisogna riconoscere che il panorama globale è ancora incerto e dibattuto.

La principale tendenza sembra essere quella di conservare al mondo dell’invenzione e della produzione creativa una primazia antropocentrica. Questo vale con rispetto ai dati con cui le IA vengono addestrate, ma anche alla capacità di una macchina di essere “autrice”, e alla tutela attribuibile ad un’opera finita.

Il concetto di creatività, intesa come espressione di una realtà esteriore sulla base della propria personalità, viene senz’altro destabilizzato dalla presenza di uno strumento genuinamente generativo, capace di produrre output sempre diversi riciclando con combinazioni insolite tutto lo scibile umano inserito nel suo ecosistema di addestramento.

Forse per questo tutte le sentenze ad oggi rilevanti affrontano il tema con un approccio pragmatico e prudente, ribadendo essenzialmente lo stesso concetto, riscontrabile tanto nelle pronunce statunitensi quanto europee: un’opera resta di dimensioni umane fintantoché un apporto umano risulta rilevante nella sua ideazione, produzione e utilizzo. 

Determinare la misura del quantum umano in un prodotto digitale, e quale qualità o quantità di intervento umano sia necessaria per definire un’opera una creazione tutelabile è senz’altro un terreno friabile. Se sia sufficiente l’utilizzo di prompt sofisticati, la produzione di un concetto o di un’idea di base, o semplicemente il fine-tuning dei dati o la validazione manuale dei risultati, non è ancora dato sapere; probabilmente, solo l’esperienza fornirà criteri di discernimento.

Al momento la speculazione sull’IA è cospicua; ad avviso di chi scrive, tuttavia, è destino auspicabile delle macchine quello di rimanere meri strumenti: quanto prima la società, e quindi i giudici e i legislatori, si renderanno conto dei limiti e delle condizioni di utilizzo di questi straordinari software, e quanto prima diventerà patrimonio comune un’etica delle intelligenze artificiali, tanto prima i numerosi dubbi che ora aleggiano sul riconoscimento di privative a chi ne fa uso verranno diradati.

Guida alla lettura

Sistemate i titoli dei paragrafi: IC ha diviso in due il saggio per rendervene più agevole la lettura. I sottotitoli però risultano ora scentrati: riscriveteli, aggiungetene qualcuno e migliorerete così anche la leggibilità del testo.

Poi completate la mappa mentale del testo. La complessa questione del copyright.


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