La crisi russo-ucraina. La crisi russo-ucraina: dibattito. Il professor Alessandro Barbero discute a Radio Cactus con gli studenti del Liceo Torricelli di Somma Vesuviana. Molti i temi affrontati. Ma soprattutto è proposta una riflessione su storia e memoria, storia e propaganda, su educazione e pensiero critico. Interessante poi il debunking realizzato sempre su YouTube da Ludovico Zanette e Andrea Castagna di LiberiOltre.
IN ESERCIZIO
La scaletta del dibattito. I nuclei del dibattito. Completate la scaletta.
Il ruolo della storia nei rapporti tra Russia e Ucraina. Un ruolo molto importante. Il passato pesa sia per i russi sia per gli ucraini (e per altri popoli nei Balcani, e altri). Paragone con noi italiani: anche noi abbiamo posizioni polemiche sul nostro passato (sul risorgimento sul ventennio di Mussolni, sulla lotta partigiana,…) ma non è amore del passato è argomento della lotta politica del presente. Da noi il passato non pesa nelle decisioni politiche dell’oggi. Invece il discorso di Putin del 22 febbraio. Il peso degli avvenimenti del 1941. Per i russi il fatto centrale del XX secolo è l’invasione nazista, per gli ucraini è l’holodomor.
Non è ricerca storica, è memoria che schiaccia ogni dissenso.
Storia e memoria: una definizione. La ricostruzione su dati e prove certe. Il ricordo è fatto soggettivo, selettivo. Questione complessa. La memoria seleziona. La narrazione pubblica del passato (libri, vie, monumenti). In Ucraina la narrazione è l’oppressione russa, lotta per la indipendenza. È vero ma è solo un pezzo della verità. Ignora l’antisemitismo ucraino ancora esistente. C’è un filone neonazista in Ucraina. All’estremo opposto la propaganda russa vede nello stesso fenomeno come la verità. Entrambe le narrazioni sono false.
La narrazione unica in Russia e in Ucraina. Differenza con l’Europa. Il prezzo pagato. Usare il passato per compattare il consenso è pratica anche delle democrazie. Esempio gli Stati Uniti. Il ricordo dei contrari all’Unità d’Italia è oscurato.
E’ possibile un racconto oggettivo dei fatti storici?
Certo. L’oggettività sta nell’onestà del lavoro, senza nascondere ciò che spiace. E’ più facile se si racconta il passato. Perché il tempo cancella l’emozione. E il prender parte si annulla a proposito del passato. Ma quando si è coinvolti ancora, lo storico non è neutrale però deve essere obiettivo: le ragioni di quelli dall’altra parte. Non deve fare politica. Se invece vuol fare lo storico deve agire onestamente.
Altri temi toccati nel dibattito
Invasione Ucraina.
Nazionalismo e patriottismo
L’unione europea.
Che ruolo può avere l’Unione europea nella crisi ucraina? colleghi del futuro sapranno se la UE saprà uscire dalla sua appannamento o sarà un esperimento fallito. Il fatto di non avere un esercito europeo è un fatto significativo. L’appartenenza alla NATO è più importante dell’appartenenza alla UE Così come non esiste una politica fiscale, non c’è una politica estera non c’è omogeneità.