Moka Noir

Moka Noir. A Omegna non si beve più caffè. Il finale di questa storia che ItalianaContemporanea sta per raccontare sembra brutto, ma … non sarebbe la prima volta che un racconto narra nelle prime battute una storia terribile che poi dal buio più profondo finisce in una chiara luce – La Divina Commedia, ad esempio (beh, bisogna pur scegliersi dei modelli!), comincia all’inferno e finisce in paradiso.

Moka Noir

E bisogna considerare che l’ultima parola non è mai scritta. L’audace storia dell’industrializzazione del VCO, una storia brillante di successi internazionali che sembra finita, finita magari non è. I suoi successi furono così grandi che si sarebbero detti impossibili in un area geografica così piccola. E così bella!

Stretta tra lago e torrenti e il gran cerchio de l’Alpi che le disegna l’orizzonte, qui, Napoleone regnante, a Verbania che comune ancora non era, lo divenne solo nel 1939, qui Giangiacomo Mueller di Zofingen impiantò nel 1808 una filatura meccanica di cotone, la prima in Italia, così recita la lapide che lo ricorda a Intra, oggi al secolo Verbania.

Ma quello fu solo l’inizio di una storia ardita e coraggiosa. Nel VCO produssero i loro oggetti per la casa innovativi e belli la Bialetti delle caffettiere, la Lagostina della pentola a pressione più innovativa, la Girmi coi suoi piccoli motori elettrici montati negli oggetti di cucina, e la Alessi che di un vassoio in acciaio fa un prodotto di design. Gli oggetti costruiti da queste aziende fecero il giro del mondo, procurarono finalmente un po’ di benessere ad un’area geografica povera da sempre, in un tempo in cui era opinione comune che creare lavoro era la via certa per abolire nel tempo la povertà.

Moka Noir

È vero l’epoca di queste aziende è finita. Perché? e cosa si può fare per ripartire? Uno scrittore di Omegna Matteo Severgnini e il regista svizzero Eric Bernasconi si sono posti il problema in un film che s’intitola Moka Noir. A Omegna non si beve più caffé. Ecco il trailer del film

Moka Noir. Un film documentario prodotto nel 2018/19 da VenturaFilm.ch presentato tra gli altri al festival del cinema di Roma nel 2019.

Una recensione è disponibile su Mymovies curata da Giancarlo Zappoli

La corsa di queste aziende è stata una gran bella corsa! che si può correre ancora, se saremo capaci di imparare la lezione che viene dalle cose.

Cosa troverete nel filo di novembre/dicembre

Moka Noir è solo il testo introduttivo, una presentazione, cioè un testo espositivo de “il filo dei novembre/dicembre” su italianacontemporanea.com. È il “filo” che chiude il 2024 si svilupperà su più puntate anche nel 2025. Oggi cominciamo con la storia della fondazione. Parleremo della tessitura nel VCO, racconteremo la storia della De Angeli Frua, della fabbrica che comprò da Max Akermann, del “fabricon”, e del suo villaggio operaio a Omegna. Anche la storia del Cotonificio verbanese è degna di nota, soprattutto per le figura di Carlo Sutermeister, un imprenditore di specie estinta: rischiava di tasca sua. Ma l’industrializzazione del VCO è anche siderurgia, anche chimica, soprattutto nell’ossolano. E la parte più eclatante tocca al casalingo. Su ogni testo gli esercizi di lettura e scrittura.

Guida alla scrittura

In qualunque parte d’Italia vi troviate, ma particolarmente se vivete nel VCO, vi capiterà di incrociare nei vostri percorsi quotidiani una fabbrica abbandonata, un laboratorio chiuso, un luogo di lavoro ormai deserto, non abitato e vissuto più da nessuno. Vi proponiamo di scrivere una pagina di diario che esprima i vostri pensieri, sensazioni, sentimenti o quello che vi sembra più giusto alla vista di questi fabbricati,a volte ormai ruderi, preda dell’ incuria del tempo. Uno spunto di scrittura ve lo può suggerire questo Inizio inconsueto per una tesi di laurea di Maria Francesca Spicone.

Altro

Il VCO una pagina di geografia economica Il VCO. Una descrizione geografica del VCO, una ricognizione delle sue risorse naturali, una prima analisi delle politiche di sviluppo di quest’area: è il contenuto di una tesi di laurea discussa nel 2018/19 nell’Università di Torino da Matilde Zanni, che citeremo spesso.

Resta un’alta ciminiera Su una parte dell’area su cui sorgeva la “Metallurgica Vittorio Cobianchi”, un’area di 120.000 metri quadri, sorge ora il “Forum Omegna”. Gli allievi del Liceo Gobetti documentano cosa c’era e cosa c’è oggi nell’area della fonderia Cobianchi, 

Max Ackermann Max Ackermann (1850-1902) era uno di quegli imprenditori svizzeri (non era l’unico), che vedevano le potenzialità italiane. Infatti importare tessuti dalla Svizzera significava sottostare a dazi molto alti. Mentre produrre direttamente nel regno di Sardegna o comunque in Italia dopo il 1860 era fortemente attrattivo.