Parole cattive antisemitismo Shoah

Parole cattive, antisemitismo, Shoah. La riflessione sull’antisemitismo, sulle sue motivazioni, e sul contesto che ha reso possibile lo sterminio si sviluppa in molti passi della dilogia di Stalingrado di Vasilij S. Grossman, a volte come secca osservazione del narratore a volte come argomentato giudizio critico. 

Parole cattive, antisemitismo, Shoah. Un brano dal saggio di Ferdinanda Cremascoli disponibile in formato digitale – Stalingrado, la dilogia di Vasilij Grossman. Il brano qui riportato è tratto dal capitolo “Pannello centrale superiore. Shoah. Vittime e aguzzini

Il nazismo respinge il concetto di persona, di individuo. Anzi, i nazisti hanno elaborato l’idea di sterminare interi strati di popolazione, individuati sulla base dell’etnia o della razza, per la probabilità che lì si concentri un’opposizione. (VD, I, 19). E dal momento in cui i fascisti si sono sentiti vincitori, i lutti che hanno colpito tutta l’Europa sono diventati sempre più estesi. È falso, sostiene la voce narrante, che la crudeltà sia prodotta dalla tensione della guerra. Quando ci si sente insicuri, anzi, si tende a essere prudenti. Ma il caso dei fascisti fu che, al culmine del loro successo sul finire dell’estate 1942, non ebbero più freni: approvarono leggi di un rigore inaudito contro gli ebrei e cominciarono l’opera genocida. Era giunto cioè «il momento di attuare i punti più atroci del programma nazionalsocialista, quelli che colpivano l’uomo, la sua vita e la sua libertà» (VD, I, 42). Leggi di più

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