Primo Levi Agli amici è una lirica del 1985 inclusa nella raccolta Ad ora incerta.
L’autunno è la metafora della conclusione della parte centrale della nostra vita. Ciascuno di noi ha in sé da giovane una molti possibili vie. Ma questa vertigine di possibili è destinata a restringersi sempre più. Non resta che augurarsi un buon finale!
La poesia del Novecento si allontana dalla tradizione lirica italiana, ne viola le regole costitutive, eppure vive della stessa linfa. Così è anche questo testo. Disarticola le forme italiane. Ma le conosce, le interiorizza e le trasforma.
Primo Levi – Agli amici: il testo
Cari amici, qui dico amici
nel senso vasto della parola:
moglie, sorella, sodali, parenti,
compagne e compagni di scuola,
5 persone viste una volta sola
o praticate per tutta la vita:
purché fra noi, per almeno un momento,
sia stato teso un segmento,
una corda ben definita.
10 Dico per voi, compagni d’un cammino
folto, non privo di fatica,
e per voi pure, che avete perduto
l’anima, l’animo, la voglia di vita.
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
15 che mi leggi: ricorda il tempo,
prima che s’indurisse la cera,
quando ognuno era come un sigillo.
Di noi ciascuno reca l’impronta
dell’amico incontrato per via
20 in ognuno la traccia di ognuno.
Per il bene od il male
in saggezza o in follia
ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso,
25 che le imprese sono finite,
a voi tutti l’augurio sommesso
che l’autunno sia lungo e mite.
Primo Levi – Agli amici: analisi
La caratteristica del DNA umano è di contenere numerose possibilità di sviluppo. Nessun essere umano è uguale ad un altro. Ognuno è un unicum originale, perché il patrimonio genetico che ereditiamo si evolve a seconda delle nostre specifiche condizioni di vita. Le variabili sono numerosissime. L’alimentazione, il clima, gli incontri con gli altri ci plasmano. Questo fa di ciascuno fa un individuo originale.
E questa è l’idea poetica che Agii amici contiene.
Qui la relazione con gli amici è semplice, secca, priva di retorica. Non ignora i conflitti e la stanchezza. Pone una sola condizione: che il rapporto sia “vero”. Non importa se per un’ora o per tutta una vita.
I versi finali sono forse malinconici ma sereni. L’inoltrarsi nell’età sempre più matura diminuisce le vertiginose possibilità proprie della giovinezza.
Si avverte leggendo una musica interna.
L’analisi metrica del testo ci dà modo di comprendere.
Agli amici. Melodia e contrappunto
L’impostazione della melodia è nei primi quattordici versi, metà del testo poetico. Quattordici versi per definire il vocativo iniziale, cioè il senso della parola “amici”: “moglie”, “sorella”, “sodali”,… “purché” è l’unica condizione posta perché sia valido l’appellativo “amici”. Una forte ridondanza “dico per voi” al verso 10 precisa ancor più il termine “amici”, fino al quadruplo vocativo del verso 14, “O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu” : verso ipermetro, finale di parola tronco, con le stesse vocali invertite di “perduto” del verso 12 e infine in tutto il verso14 i suoni ”o” – “u”
Questo primo lunghissimo vocativo ha molte parole rima mescola molti versi: endecasillabi, novenari, due versi ipermetri. Ma la musica al verso 15 cambia. Il contrappunto non potrebbe essere più deciso. Tra il verso 15 e il 23 si registra una prevalenza di decasillabi, non ci sono parole rima (solo “via”/”follia”), ma la ripetizione dei due pronomi “ognuno”, “ciascuno” e le parole-chiave “cera”, “sigillo”, “impronta”, “traccia”. Gli ultimi tre versi segnano il ritorno alla melodia iniziale con le rime alternate.
Analisi metrica
Primo Levi – Agli amici