Prompt Marketplace

Prompt Marketplace. Come si può guadagnare vendendo idee per l’IA. Sul web nascono i marketplace dedicati a chi vuole vendere (o acquistare) i migliori prompt – ovvero semplici righe di testo – per creare senza fatica immagini sorprendenti con l’intelligenza artificiale. Inchiesta di Pier Luigi Pisa pubblicato su La Stampa del 20 gennaio 2023.

Su ItalianaContemporanea il testo è rubricato nella pagina Intelligenza artificiale. Consta di 1.477 parole e si legge in circa 7 minuti.


“Ho appena venduto3 prompt per Midjourney per 125 dollari. Non è molto, ma per me è l’inizio di un nuovo lavoro”.

Iniziamo da questa frase, scritta da un utente su Twitter, che sembra offrire nuove opportunità a chi vuole guadagnarsi da vivere utilizzando l’intelligenza artificiale.

E proviamo a spiegare, per cominciare, cosa significano le due parole più ostiche.

Prompt
In sintesi, è un’istruzione/un comando. Questo termine viene utilizzato, nell’ambito dell’IA e in particolare del Natural Language Processing (NLP) – vale a dire l’elaborazione del linguaggio naturale – per descrivere l’insieme dei comandi (testuali) che un utente utilizza per chiedere a un’IA di scrivere un testo o creare un’immagine. Il prompt deve includere tutte le caratteristiche che guideranno l’IA a produrre il contenuto desiderato da un utente, proprio come questo l’aveva immaginato nella sua testa.

Il prompt per questa immagine raffigurante l’attrice Scarlett Johansson, creata con Midjourney: 
highly detailed portrait of scarlett johansson as catwoman, stephen bliss, unreal engine, art by greg rutkowski, loish, rhads, ferdinand knab, makoto shinkai and lois van baarle, ilya kuvshinov, rossdraws, tom bagshaw, global illumination, radiant light, detailed and intricate environment 

Midjourney
È uno degli algoritmi più utilizzati, al momento, per il cosiddetto text-to-imagecreare immagini a partire dal testo di un utenteMidjourney si può usare attraverso la piattaforma social Discord. Gli utenti inseriscono un prompt e dopo pochi minuti ottengono l’immagine desiderata.

Bene. Ora possiamo tornare alla frase iniziale, all’utente di Twitter entusiasta di aver scoperto un nuovo lavoro, decisamente remunerativo.

Non sappiamo se questa persona ha detto la verità, o stia semplicemente richiamando attenzione sulla piattaforma di Musk. Possiamo dirvi, invece, che un “mercato dei prompt” esiste davvero. Anzi, più d’uno in realtà.

Parafrasando il titolo più gettonato dalla manualistica moderna, scrivere un prompt è semplice se sai come farlo.

Chi si avvicina per la prima volta all’AI, oppure chi legge distrattamente di ChatGpt, è convinto molto probabilmente che l’intelligenza artificiale faccia tutto da sola. A partire da una domanda semplice e stringata. Ma questo non accade praticamente mai. Chi chiede a ChatGpt “Scrivi un romanzo” non otterrà un bestseller e neanche lontanamente ciò che aveva in mente.

Lo stesso discorso vale per la creazione di immagini o video. Lo abbiamo imparato raccontando la storia di Fabio Comparelli, l’italiano che studiando da autodidatta ha creato con l’IA un video – The Evolution of Man– visto milioni di volte su Twitter. Quando lo abbiamo intervistato, per capire come avesse creato quella clip, ce l’ha spiegato nei minimi dettagli, sottolineando le centinaia di istruzioni e di modifiche che ha dovuto dare ed effettuare in prima persona. Ma la sua frase più significativa, riguardo ciò di cui si parla in questo articolo, è stata: “Ti mostro anche i miei prompt, ma per favore non li divulgare”.

Il motivo è chiaro. Le ‘istruzioni’ che vengono date a Midjourney – ma anche ad algoritmi simili come quelli di Dall-E e Stable Diffusion – sono preziose tanto quanto il risultato finale. I prompt, insomma, sono gli ingredienti essenziali per creare un soggetto o un oggetto definendo lo stile con cui sarà raffigurato, il contesto in cui si troverà, la luce che lo investirà, il rapporto d’immagine finale. E così via. Più ricca è questa descrizione, migliori sono i risultati.

Facciamo un esempio utilizzando uno dei tanti tweet che includono immagini generate dall’IA

Cliccate su questo link di twitter. Troverete delle immagini su cui cliccare per vedere il prompt che le ha generate.

Cliccando su “Alt”, su ognuna delle quattro immagini di questo tweet, si può leggere il prompt che ha usato l’autore per generarle. Per ottenere immagini simili, magari utilizzando un altro soggetto, sarà sufficiente copiare e incollare tutti gli altri elementi del prompt. Volendo, il prompt si può anche arricchire. Ma gli utenti hanno capito velocemente che ispirarsi a un prompt già fatto, e utilizzare i suoi elementi, è molto più semplice di crearne uno completamente nuovo.

Sulla base di questo sentimento comune, sono nati presto dei siti – e persino dei fogli di Google Docs – che raccolgono gli esperimenti più riusciti, e comunque moltissimi riferimenti gratuiti per generare delle splendide immagini.

PromptHero, per esempio, è un database che consente di consultare ‘milioni’ di immagini artistiche realizzate da modelli di IA come Midjourney, Dall-E e Stable Diffusion”. Ognuna di queste immagini include il suo prompt e un’icona, ‘Copy’, su cui cliccare per copiarlo in un secondo. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e tutte queste istruzioni sono gratis.

Tra gli artisti del prompt, tuttavia, ce ne sono alcuni più bravi di altri. Oppure più inclini a trasformare questa dote – che inizia ad avvicinarsi molto alla programmazione – in un business.

Nasce per questo PromptBaseun marketplace dove è possibile vendere (ma anche acquistare) prompt. Ogni ora ne vengono aggiunti centinaia,con un prezzo che va da 1,99 dollari a 4,99 dollari.

Chi pensa che due dollari siano una cifra spropositata, per un lavoro che in teoria porta a termine una macchina, dovrebbe riflettere sul fatto che i creatori di prompt non vendono una semplice stringa di indicazioni. In molti casi, vendono un’idea e (poi) la sua realizzazione.

Come ha giustamente osservato un utente di Twitter, la scritura di un prompt in alcuni casi è molto laboriosa e complessa, come dimostrano questi esempi:

Il talento di chi scrive prompt, in definitiva, è in gran parte determinato dalla sua immaginazione.

(..)

Il problema, semmai, sta nel copyright di un prompt. PromptBase si riserva il diritto di approvare tutti quello che vengono inoltrati, ma com’è possibile stabilire che queste frasi di testo appartengano proprio a chi le intende vendere, e che non siano state rubate ad altri, magari a utenti che le hanno condivise gratuitamente su un’altra piattaforma?

E come possono, gli autori di un prompt, essere certi che un acquirente non utilizzerà il loro ‘codice’, vendendolo o condividendolo altrove?

Sono domande a cui non esiste ancora una risposta, perché il mercato dei prompt è agli inizi e manca una regolamentazione adeguata. Così come non appare regolamentato il bacino di immagini a cui attingono le varie AI, come testimoniano le cause mosse da chi detiene i diritti di milioni di immagini (Getty Images, per esempio).

Tutto questo non sembra essere un problema, al momento, per PromptBase, che guadagna il 20% su ogni transazione che avviene sulla piattaforma. L’80%, invece, va all’autore del prompt venduto. Stesso discorso per Visualise.ai, che però oltre ai prompt a pagamento ne offre anche numerosi gratuiti.

Probabilmente siamo davvero di fronte alla nascita di una nuova professione. Artisti o ingegneri del prompt, non è chiaro come li chiameremo, ma saranno questi (presto) i profili ricercati anche dalle aziende. E chi potrà vantare una competenza simile, sul proprio cv, avrà sicuramente un argomento in più per convincere un ipotetico datore di lavoro. Scrivere un prompt, in futuro, sarà equivalente a chi, oggi, segnala ancora sul proprio curriculum di essere in grado di utilizzare il pacchetto Office.

Ma è così difficile creare, da zero, un’immagine con l’IA?

In realtà si possono ottenere risultati dignitosi senza essere particolarmente creativi. È il bello di usare un’intelligenza artificiale diversa da quelle del passato: le nuove IA sono ‘generative’, dunque in grado di imitare e ampliare la creatività di un essere umano per creare nuovi, sorprendenti artefatti.

Prendiamo come riferimento Midjourney. Ci sono delle istruzioni di baseche, a prima vista, possono sembrare incomprensibili e che invece, una volta assimilate, vengono applicate quasi automaticamente a ogni prompt.

Qualche esempio:

/imagine è il comando che bisogna necessariamente digitare per poter inserire un prompt  

–creative chiede all’algoritmo di osare e spingere la creatività al massimo

–stylize [seguito da un valore che va da 1 a 1000] accentua lo stile scelto dall’utente

–no [seguito da un’indicazione] consente di escludere un particolare elemento dall’immagine che sarà generata

–q [seguito da un valore da 1 a 5] indicherà la qualità dell’immagine che si intende ottenere

— ar è importante perché indica “aspect ratio”, vale a dire le proporzioni di un’immagine e interessa soprattutto chi vuole generare immagini quadrate, per esempio, o 16:9

Questi, insomma, sono alcuni dei comandi base. A cui si possono aggiungere, di volta in volta, nuovi elementi. Esiste anche un manuale che aiuta i newbie, gli utenti alle prime armi insomma, a usare al meglio Midjourney. Ma chi non ha voglia di studiare può sempre ricorrere a strumenti come Promptomania, che guida l’utente verso il prompt più vicino all’idea che ha in testa.

La parte più affascinante di questa nuova ‘formazione’, è che si procede per tentativi. L’IA, anche se guidata, è del tutto imprevedibile quando genera nuove immagini. Gli utenti devono ancora intervenire più volte, magari chiedendo a Midjourney di ritoccare, utilizzando un altro prompt, un’immagine appena generata.

Spesso servono diversi passaggi, insomma, per arrivare a un risultato ottimale. E se considerate che i tentativi gratuiti sono limitati – 25 per ogni utente su Midjourney, poi bisogna pagare – allora capirete perché è così fondamentale avere da subito il prompt giusto. Un codice (quasi) infallibile, già sperimentato da un altro utente, permette di risparmiare tempo e soprattutto ‘crediti’.

Guida alla lettura

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