Resta un’alta ciminiera

Resta un’alta ciminiera. Su una parte dell’area su cui sorgeva la “Metallurgica Vittorio Cobianchi”, un’area di 120.000 metri quadri, sorge ora il “Forum Omegna”, istituzione che promuove la ricerca storica e la conservazione della memoria della civiltà industriale del territorio.

Moka Noir

Gli allievi del Liceo Gobetti documentano cosa c’era e cosa c’è oggi nell’area della fonderia Cobianchi, oggi Forum di Omegna e anche sede della loro scuola.

Resta un’alta ciminiera. Cosa c’era e cosa c’è

L’acciaieria s’era molto ingrandita negli anni dell’autarchia (1935/36) e durante la seconda guerra mondiale, producendo un tipo di ghisa nota come Ferrital (l’acciaio autarchico). Nel 1942 raggiunse il numero di circa 1400 dipendenti. L’acciaieria a quell’epoca già apparteneva al gruppo Alliata, cui nel 1933 la famiglia Cobianchi aveva ceduto la proprietà. Negli anni 70 l’acciaieria di Omegna venne ceduta al gruppo bresciano Pietra, da cui prese il nome, continuando la produzione di acciai correnti ma con tecnologie ormai obsolete che la condannarono alla chiusura nel 1982.

Resta un’alta ciminiera … e due fantastici bronzi

Al forum di Omegna resta un’ alta ciminiera che ricorda alla città il suo passato industriale; la si vede quasi da ogni punto di Omegna. È l’ultima, dopo che le altre sono state abbattute anche perché spesso pericolanti. Ma ci ricordano il passato anche due grandi bassorilievi in bronzo realizzati da Annibale Lanfranchi nel 1955 su richiesta di Renato Bialetti che voleva rappresentare in modo artistico il lavoro della fonderia e le fasi di creazione della sua celebre Moka.

Sono lastre gigantesche in bronzo, lunghe quattro metri e mezzo e alte quasi due e pesano oltre cinque quintali ciascuna. Bialetti le collocò nei suoi uffici a Omegna. Lì sono rimaste sino al 2022, quando i proprietari le donarono al Forum, che le collocò all’aperto sul muro dell’acciaieria che non c’è più. Ma al forum di Omegna resta un’alta ciminiera insieme a questi due bronzi bellissimi per la loro fattura, ed anche insoliti, per il tema: il lavoro umano in fabbrica.

Resta un'alta ciminiera (verso settenario)

Ecco i particolari delle lastre in bronzo di Annibale Lanfranchi, omegnese (1923-2002). Un commento all’opera si trova sul sito dell’ Associazione Culturale I Lamberti nella pagina dedicata alla mostra su Annibale Lanfranchi del 2022.

e … una poesia!

Dietro a uno dei pannelli in bronzo, riemerse alla luce questa poesia scritta da … da chi? diciamo che è una creazione collettiva delle maestranze che s’esprimono nel dialetto locale, molto simile ai dialetti lombardi. È datata Crusinallo d’Omegna, 2 febbraio 1956.

Resta un'alta ciminiera

Parafrasi (in prosa) per i non madrelingua

Noi che questo grosso stabilimento abbiamo studiato, disegnato, faticato a costruirlo quasi in un momento per l’avvenire della caffettiera e la gloria del suo patron che, o posteri, è proprio vero da tutti è chiamato “il Barbison”.

Qui tutti hanno lavorato e faticato: il Cagnoli coi tubi zincati, il Santin coi ferri da saldare, il Bulgar, come tanti soldati, ha portato un bordello selvaggio di gente. (sono probabilmente i cognomi di tre operai).

Tanta gente è venuta da Milano, da Torino, da Venezia e dal Monferrato e per mettere il ferro a elle, da lontano è arrivato un Tognino (cioè, un tedesco*) specializzato.

Adesso che il lavoro è quasi finito, abbiamo deciso di mettere la pergamena dietro a questo bronzo, capolavoro di un gran appassionato modernista che forse val quasi la pena considerarlo un grande artista.

✅ Sareste capaci di tradurre in versi italiani? Dovreste però sapere cosa fa di una linea di parole un verso! Liberi di scegliervi il metro, se volete cimentarvi!

* Elena Poletti, direttrice del Museo Archeologico di Mergozzo mi ha dato una mano, perché non sono madrelingua. Primo, mi segnala che i “Tugnin” nel dialetto di Omegna sono i tedeschi, erano così collettivamente chiamati anche i soldati nazisti durante la guerra. Secondo, i tre nomi citati (Cagnoli,Santin, Bulgar sono forse cognomi di operai che lì lavoravano). Grazie, Elena!

Guida alla lettura

Resta un’alta ciminiera. Un opuscolo pubblicitario con l’assistenza di Canva per il progetto grafico e da ChatGPT per la traduzione in Inglese.

Il testo qui proposto è assai composito: è scritto, c’è un video, un’immagine, una poesia… È un testo multimediale. Immaginate di lavorare in un’agenzia pubblicitaria del VCO e che vi sia chiesto dal comune di Omegna di produrre un opuscolo pubblicitario da distribuire gratuitamente agli iscritti ad un tour in città tra i luoghi del passato industriale recente e i luoghi che immaginate come quelli del prossimo futuro.

Titolo (ad esempio): Omegna: il passato recente e il futuro prossimo. Logo: bisogna disegnarne uno. Formato. Lopuscolo avrà formato in PDF, ma sarà anche stampato, perciò avrà di otto facciate (cioè due fogli A4 fronte/retro, in orizzontale), cui aggiungerete una copertina e una quarta di copertina. Scaletta. Dovete decidere pagina per pagina quale immagine o immagini usare con quale testo.

Realizzazione. Consiglio: usate canva.com. Usate uno (quello che vi piace) dei modelli che canva.com vi suggerisce incollateci immagini e testi che avete già decisi, quando avete elaborato la scaletta.

Lingua. Due versioni: una italiana e una in inglese. Fate voi una prima traduzione in inglese, poi fatevela correggere da ChatGPT, chiedendogli conto di tutte le modifiche che farà, in modo da tenere sotto controllo la qualità della traduzione. Tempo a disposizione: 4 settimane.

Altro

Moka Noir. Moka Noir. A Omegna non si beve più caffè. Il finale di questa storia che ItalianaContemporanea sta per raccontare sembra brutto, ma … non sarebbe la prima volta che un racconto narra nelle prime battute una storia terribile che poi dal buio più profondo finisce in una chiara luce

Come si legge la poesia italiana? Come si legge la poesia italiana? Le regole del gioco, quelle che fanno di un insieme di parole un verso della nostra lingua. Riconoscerle è premessa necessaria per poterlo leggere ad alta voce.

La poesia italian

Batter la lastra. L’apprendistato di Faussone è narrato principalmente in Batter la lastra, uno dei capitoli de La chiave a stella, un romanzo del 1978 di Primo Levi . Il romanzo è costituito da una serie di racconti autonomi raccordati da una novella di cornice.