Russia/Ucraina: la storia del conflitto

Russia/Ucraina: la storia del conflitto dagli anni Novanta ad oggi. Nel 2018 sono stata a Mosca alcuni giorni da turista per vedere i luoghi della città così come li racconta Vasilij Semënovič Grossman in Stalingrado e in Vita e destino. Ne feci due clip che si trovano ancora su YouTube, In Moscow with Štrum e Walking through Moscow with Ženja. Naturalmente visitai la celebre metropolitana di Mosca, e mi fermai alla stazione Kievskaja, dedicata all’Ucraina. Pannelli scintillanti di colore che illustrano la vita ucraina. Uno celebra i 300 anni di unificazione di Ucraina e Russia. Tutti i pannelli e questo in particolare spiccano contro le modanature in marmo (I). bianco. Monumentale, decoratissima, un pezzo importante della storia della Russia. Non c’è dubbio! E anche un pezzo di cuore!

Russia/Ucraina: la storia del conflitto

Com’è possibile dunque devastare e ridurre in cenere ciò che si ama?

Nel celebre discorso del febbraio 2022 Putin disse che gli Ucraini sono russi. Disse che l’Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia, o meglio, dalla Russia bolscevica. Questo processo iniziò quasi immediatamente dopo la rivoluzione del 1917: l’Ucraina è un’invenzione bolscevica. Esiste solo come infausta decisione di Lenin, per non parlare del regalo della Crimea negli anni ’50. Dunque la Russia ora rivendica ciò che le appartiene.

Il discorso di Putin ha un impianto  argomentativo: presenta le proprie ragioni con lo scopo comunicativo di chi vuole persuadere (non “convincere”) i propri ascoltatori, cioè si prefigge di influire sui comportamenti di chi ascolta.  L’apparato argomentativo tende a enfatizzare alcuni aspetti, mentre tende a silenziarne altri. È un esempio di uso propagandistico della storia!

Ma non è detto che si debba usare la storia per fare propaganda, distorcendo le prove affinché tutti sia conforme alla tesi che si vuole sostenere a priori. Si può ricostruire questa complessa vicenda, facendo chiarezza anzitutto sui fatti, distinguendo ciò che è vero, sostenuto da prove e ciò che è falso.

Su Wikipedia italiana si trova un saggio che ricostruisce ampiamente la storia del conflitto di oggi. Ve ne diamo un estratto. Il testo integrale si trova, come detto, su Wikipedia.


I fatti certi

Il conflitto russo-ucraino è uno scontro politico, diplomatico e militaretra Russia e Ucraina iniziato de facto nel febbraio del 2014. Dal febbraio 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le truppe regolari di entrambi i paesi sono coinvolte in uno scontro diretto.

In seguito all’Euromaidan, sfociata nella rivoluzione ucraina del febbraio 2014 che portò alla fuga e alla destituzione del presidente ucraino Viktor Janukovyč (avvenuta il 22 febbraio 2014), in Crimea iniziarono ad avere luogo alcune proteste filorusse e, al contempo, gruppi di soldati russi senza insegne (i cosiddetti “omini verdi”) presero il controllo delle principali infrastrutture e dei centri amministrativi della regione. A questi avvenimenti seguì l’invio ufficiale delle forze armate russe in Crimea e il 16 marzo, dopo un referendum ritenuto non valido dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con 100 voti favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti] la Russia annesse la penisola alla Federazione.

Ad aprile di quello stesso anno nelle maggiori città del Donbass scoppiarono delle violente proteste filorusse che sfociarono in una guerra tra il governo ucraino e le forze secessioniste, nel frattempo costituitesi nelle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, dichiaratesi indipendenti l’11 maggio in seguito a un referendum.

Le ostilità tra le milizie secessioniste del Donbass e l’esercito ucraino proseguirono incessantemente, provocando anche l’abbattimento del volo Malaysia Airlines 17. Il 5 settembre 2014 i presidenti di Russia e Ucraina, con la presenza dei rappresentanti delle due repubbliche popolari, si incontrarono a Minsk e siglarono un protocollo per stabilire il cessate il fuoco, che fu però violato più volte da entrambe le parti. Per provare a fermare nuovamente le ostilità in Donbass, il 12 febbraio 2015, grazie alla mediazione di Francia e Germania, Ucraina e Russia siglarono un nuovo protocollo per stabilire la tregua. Anche questo secondo accordo venne violato numerose volte e nel 2018 si verificò un incidente nello stretto di Kerč’ che coinvolse direttamente navi russe e ucraine.

Tra l’ottobre e il novembre del 2021 la Russia diede inizio a una vasta mobilitazione delle sue forze armate sul confine ucraino, dispiegando ulteriori forze in Bielorussia, Transnistria e Crimea oltre alla flotta del Mar Nero. Il 21 febbraio 2022 la Russia riconobbe le repubbliche popolari del Donbass e tre giorni dopo diede inizio all’invasione dell’Ucraina.

(…)

Adesione degli ex Paesi del blocco orientale alla NATO

Negli anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica, diversi paesi dell’ex blocco orientale aderirono spontaneamente alla NATO, in parte in risposta a minacce alla sicurezza regionale come la guerra di Transnistria (1992), la guerra georgiano-abcasa (1992-1993), la crisi costituzionale russa del 1993 e la prima guerra cecena (1994-1996). I leader russi descrissero queste libere adesioni col termine “espansione” descrivendole come una violazione delle assicurazioni date dalle potenze occidentali all’allora Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (non alla singola Russia) durante la trattiva per la riunificazione tedesca e secondo cui la NATO non si sarebbe espansa verso est, sebbene tali presunti impegni fossero stati presi solo in modo informale e la loro natura contestata.Inoltre, nel frattempo, il 27 maggio 1997 a Parigi era stato firmato l’Atto costitutivo delle reciproche relazioni, cooperazione e sicurezza tra la NATO e la Federazione Russa (NATO–Russia Founding Act) e successivamente lo stesso Putin ebbe a dichiarare in passato che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO non rappresentasse un problema per Mosca: “Rispetto all’adesione dell’Ucraina alla NATO, il presidente russo ha dichiarato che il paese aveva il diritto a prendere questa decisione in modo indipendente. Non la ritiene una cosa che potrebbe adombrare le relazioni tra Russia e Ucraina” riportava un comunicato presente sul sito del Cremlino del maggio 2002.[

Al vertice di Bucarest del 2008 l’Ucraina e la Georgia chiesero di aderire alla NATO. La risposta tra i membri dell’Alleanza fu divisa: i paesi dell’Europa occidentale si opposero all’offerta di piani d’azione per l’adesione (Membership Action Plan – MAP) per evitare di inimicarsi la Russia, mentre il presidente degli Stati Uniti George W. Bush spinse per la loro ammissione. La NATO alla fine si rifiutò di offrire i MAP all’Ucraina e alla Georgia, ma pubblicò una dichiarazione nella quale si affermava che “questi paesi diventeranno membri della NATO”. Putin espresse una forte opposizione alle offerte di adesione della Georgia e dell’Ucraina alla NATO. Il 7 febbraio 2019 la Verchovna Rada, il parlamento ucraino, votò un emendamento alla costituzione per affermare che l’ambizione a lungo termine del Paese fosse quello di aderire all’Unone europea (UE) e alla NATO. Tuttavia, nei mesi precedenti l’invasione del 2022, la possibilità che l’Ucraina entrasse a far parte della NATO era ancora assai remota. (…)

L’invasione dell’Ucraina (2022-presente)

La crisi diplomatica

Il 15 febbraio 2022 la Duma di Stato della Federazione Russa ha approvato una richiesta al Presidente della Federazione Russa per il riconoscimento delle repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk. Putin, attraverso il portavoce Dmitrij Peskov, ha riferito di aver preso nota della proposta, sottolineando tuttavia che il riconoscimento delle due repubbliche secessioniste comporterebbe la violazione degli accordi di Minsk II.[152] Il 16 febbraio viene annunciato che è in corso il ritiro delle truppe russe dai confini tra l’Ucraina e la Bielorussia e quello della Russia.[153]

Il 17 febbraio 2022 la Federazione Russa ha consegnato la risposta alla lettera statunitense e della NATO alle richieste di sicurezza russe, il presidente Putin si è detto deluso e non soddisfatto dalle risposte. Alle 12:30 ora di Roma, il Cremlino ha espulso dal paese il vice-ambasciatore statunitense con effetto immediato.[154][155]

Il 18 febbraio 2022 le Repubbliche popolari autoproclamate di Doneck e Lugansk hanno ordinato l’evacuazione di tutti i cittadini dalla regione,[156] diretti in Russia, gli unici a non essere autorizzati ad evacuare sono i maschi in età militare (18-60 anni),[157] in contemporanea a questi eventi si sono verificati altri scontri molto accesi nella regione, con presunti sabotaggi e tentativi di assassinio (secondo l’intelligence ucraina operazioni di falsa bandiera condotte dalle forze speciali russe al fine di giustificare un’invasione su larga scala del paese[158]) alle 13 ore locali a Doneck e Lugansk sono suonati gli allarmi antiaerei in vista dell’imminente evacuazione.[159] Nella notte si sono verificate violente esplosioni nei dintorni di Luhansk nei gasdotti locali.[160]

Il 19 febbraio 2022 verso le ore 21:40, il Ministero degli esteri francese ha pubblicato una nota dove dopo attente considerazioni, sono riusciti a constatare una concentrazione senza precedenti di truppe russe alla frontiera con l’Ucraina, e ciò aumenterebbe esponenzialmente le possibilità che l’attacco russo possa effettivamente concretizzarsi.[161] Successivamente, alle ore 22:09 italiane, anche il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, confermerà le voci di un vasto schieramento militare russo sui confini ucraini, affermando con certezza che si tratterebbe dei preparativi finali di un’imminente invasione su larga scala.

Il 21 febbraio 2022 la Federazione Russa ha dichiarato che un gruppo di sabotaggio ucraino è entrato in territorio russo,[163] dichiarando che le forze armate russe hanno neutralizzato i militari ucraini, successivamente dopo un incontro fra Putin e membri del Governo della federazione Russa è stato deciso il riconoscimento delle repubbliche secessioniste di Doneck e Luhans’k, in un lungo discorso alla nazione il presidente Vladimir Putin ha confermato tale decisione,[164] firmando il documento in diretta nazionale, accusando il governo di Kiev di avere il progetto di sviluppare armi nucleari impiegando la vecchia tecnologia sovietica di cui sarebbe ancora in possesso[165] e di star progettando un’offensiva in Crimea, dichiarando anche che l’Ucraina non è un’entità nazionale fondata su un passato storico autonomo, ma parte della storia e della sovranità della Russia, definendola una «creazione di Lenin». La stessa notte il presidente Vladimir Putin ha ordinato l’entrata delle forze russe nelle regioni secessioniste.

L’inizio dell’invasione

Il 22 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha avanzato una richiesta prima alla Duma di Stato e successivamente all’Assemblea federale per avere i pieni poteri sull’effettuare operazioni militari all’estero, la richiesta è stata pienamente accolta sia dalla Duma che dall’Assemblea federale, dando così a Vladimir Putin il pieno controllo delle forze armate russe, senza limiti di tempo, luogo e per qualsiasi tipo di operazione militare. Qualche ora dopo durante la conferenza stampa del presidente statunitense Joe Biden, sono state annunciate le prime sanzioni contro la Russia, fra cui la sospensione della certificazione del Gasdotto Nord Stream 2, è stato anche confermato l’annullamento dell’incontro programmato fra il segretario di Stato statunitense Blinken ed il ministro degli esteri russo Lavrov il 24 febbraio a Ginevra, affermando che «l’invasione è già iniziata, l’incontro non ha più senso». Il Segretario Generale NATO Jens Stoltenberg alle ore 23:45 (UTC+1) ha affermato che la NATO ha in massima allerta 100 aerei e vari gruppi navali in tutta Europa.

Nella prima mattinata del 24 febbraio 2022 Putin ha annunciato un’operazione militare speciale nel Donbass, dando inizio ad un’invasione dell’Ucraina.

L’invasione

L’invasione russa è iniziata articolata su quattro fronti di attacco: fronte settentrionale puntando dalla Bielorussia verso Kiev, fronte nord-orientale verso Charkiv, fronte meridionale partendo dalla Crimea già occupata e un fronte sud-orientale da Luhans’k e Donec’k. L’avanzata russa sul fronte settentrionale, a causa delle pesanti perdite subite e della forte resistenza delle truppe ucraine che circondavano Kiev, si è bloccata a marzo e ad aprile le truppe russe sono ripiegate abbandonando i tentativi di conquistare la capitale. L’8 aprile, la Russia ha posto le sue forze nell’Ucraina meridionale e orientale sotto il comando del generale Aleksandr Dvornikov e alcune delle unità ritirate dal fronte nord sono state ridistribuite nel Donbas. Il 19 aprile, la Russia ha lanciato un nuovo attacco su un fronte lungo 500 chilometri esteso da Charkiv a Donec’k e Luhans’k. Entro il 13 maggio, una controffensiva ucraina aveva temporaneamente respinto le forze russe vicino a Charkiv. Il 20 maggio, Mariupol è caduta in mano alle truppe russe dopo una prolungata resistenza terminata con assedio delle acciaierie Azovstal’.

Nel corso dell’invasione le forze russe hanno continuato a bombardare obiettivi, sia militari che civili, lontani dalla linea del fronte. Le forze ucraine hanno ripreso l’iniziativa lanciando controffensive ad agosto nel sud del paese e nel nord-est a settembre. Il 30 settembre, la Russia ha annesso formalmente quattro oblast’ ucraini che aveva parzialmente conquistato durante l’invasione. Questa annessione è stata internazionalmente non riconosciuta e condannata. Dopo che a fine settembre Putin ha annunciato l’inizio della coscrizione di 300.000 cittadini russi con addestramento militare provocando una fuga di migliaia di giovani dai confini della Federazione Russa.

In seguito a ciò, gli ucraini hanno messo in atto un’altra controffensiva, riuscendo a riconquistare la quasi totalità della regione di Charkiv e a liberare Cherson, da cui i russi si sono ritirati l’11 novembre 2022.

In seguito a un attacco missilistico il 15 novembre un missile S-300 della contraerea ucraina è caduto sulla cittadina polacca di Przewodów causando due morti.

I russi continuano gli attacchi missilistici contro le infrastrutture nelle città nelle immediate vicinanze del fronte. Gli obiettivi erano il Dnepr, Kryvyj Rih, la periferia di Zapirožžja, così come Kup”jansk e Čuhuïv, Kramators’k e Lyman.

Principali sviluppi

Secondo il New York Times, al febbraio 2023 la Russia ha perso 200.000 soldati.

Il 20 febbraio 2023 ha avuto luogo la visita del presidente statunitense Biden a Kiev ad un anno dall’inizio dell’invasione russa. Si sarebbe trattato della prima visita di un Presidente degli Stati Uniti in un territorio in guerra privo di una presenza militare americana e di un controllo statunitense delle infrastrutture critiche.

Il giorno dopo Putin ha annunciato che la Russia sospenderà l’adesione al trattato di non proliferazione nucleare New START.

Nel maggio 2024 la Russia ha avviato esercitazioni militari con armi nucleari tattiche al confine con l’Ucraina.

Nel giugno 2024 la NATO avvierà la fornitura di caccia F-16 ai piloti ucraini addestrati in Europa. I mezzi saranno anche di stanza nelle basi dei Paesi NATO. Putin e Andrej Kartapolov, presidente della commissione Difesa della Duma, hanno dichiarato che la Russia è pronta ad attaccare i caccia in dotazione alle forze ucraine ovunque si trovino, sebbene la NATO abbia precisato di ospitare i mezzi di scorta che diventeranno operativi in caso di abbattimento o manutenzione di quelli che sono presenti nel territorio ucraino.

Sempre nel giugno 2024 Putin sostituisce quattro viceministri della Difesa, nominando tra essi la cugina Anna Civilëva.

Il 17 settembre 2024 il Parlamento europeo approva una risoluzione non vincolante, ma di alto valore politico, che toglie all’Ucraina il divieto di utilizzare gli armamenti forniti dall’Occidente oltre confine, in territorio russo, in particolare anche i missili a lungo raggio.

Offensiva di Kursk del 2024.

L’offensiva ucraina nella provincia di Kursk, avviata nell’agosto del 2024[196], è una mossa strategica compiuta dall’Ucraina, che ha costretto la Russia a riposizionare parte delle sue risorse militari. L’obiettivo di questa incursione potrebbe essere multiplo: rallentare l’avanzata russa su altri fronti, come quello nel Donbass, e dimostrare la capacità ucraina di difendersi e colpire obiettivi strategici anche oltre confine. Fonti ucraine riportano che le forze sono riuscite a penetrare per circa 10 chilometri nel territorio russo, mentre il governo di Mosca, descrivendo l’attacco come una “provocazione su larga scala”, ha iniziato a mobilitare rapidamente risorse per respingere le forze ucraine e proteggere infrastrutture come ferrovie e nodi logistici importanti.

Secondo varie fonti giornalistiche e di intelligence statunitensi e ucraine, tutte non smentite dal Cremlino, nella provincia del Kursk starebbero combattendo anche militari provenienti dalla Corea del Nord, al fianco di Mosca.

Dall’inizio del conflitto nel 2022 la spesa militare russa è aumentata da 210 a 250 miliardi di dollari, risultando in gran parte fuori dal bilancio dello Stato. Il 25 febbraio 2022 Putin ha approvato una legge che obbliga le banche private a concedere credito a condizioni privilegiate a tutte le aziende che svolgono attività legate alla guerra.

Guida alla lettura

Esercizi di comprensione. Russia/Ucraina: la storia del conflitto.

  • Esercizio 1. Il saggio di wikipedia è molto preciso nella ricostruzione della cronologia dell’invasione del 2022. Schedate le info sull’invasione completando la linea del tempo che vi proponiamo.
Clic sull’immagine per ingrandire
  • Esercizio 2. Il saggio di Wikipedia ricostruisce anche tutta la vicenda della adesione alla NATO dei paesi del blocco sovietico dopo il crollo dell’URSS. Riassumete nella vostra scheda il contenuto di questa parte del testo.

Esercizio di composizione. Russia/Ucraina: la storia del conflitto

  • Esercizio 3. Avete a questo punto un quadro composito della crisi ucraina. Basandovi sui testi letti (non tutti, quelli che sentite come più funzionali ad un discorso argomentato e obiettivo) componete un breve saggio sul modello di quelli scolastici, dal titolo Ucraina: ragioni del conflitto e andamento della guerra ad oggi.di 1.200 parole al massimo. Avete due ore per la prima stesura, mezz’ora per la rilettura; un’ora e mezza per la seconda e ultima stesura. La modalità di lavoro è quella dell’esame o del compito in classe.