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Riguardo a Primo Levi. «Io sono un anfibio, un centauro (ho anche scritto dei racconti sui centauri). E mi pare che l’ambiguità della fantascienza rispecchi il mio destino attuale. Io sono diviso in due metà. Una è quella della fabbrica, sono un tecnico, un chimico. Un’altra, invece, è totalmente distaccata dalla prima, ed è quella nella quale scrivo, rispondo alle interviste, lavoro sulle mie esperienze passate e presenti».
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La scrittura centauresca di Primo Levi. Percorsi di analisi testuale
Indice del saggio
- Poesia. Agli amici
- Poesia. Le pratiche inevase
- Fantascienza. Il sesto giorno
- Fantascienza. Procacciatori d’affari
- Testimonianza. Il 27 gennaio. La Tregua
- In giudizio. Il rapporto su Monowitz
- Traduzione. La notte dei girondini
- Racconti. Batter la lastra ne La chiave a stella
- Classici. L’eco in Se questo è un uomo
- Romanzo. L’impulso erotico. Se non ora, quando?
- Shemà
- Luca Serianni, L’officina di Primo Levi.
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27 gennaio –
Giorno della memoria
Perché associare il Giorno della memoria e Primo Levi? Primo Levi è molto altro.
Ma come dimenticare, noi che leggiamo in italiano, il testimone Primo Levi? È lui a raccontare il 27 gennaio 1945 in Auschwitz.
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«Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati ad uno strano imbarazzo… sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi. (…) Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa».
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- La zona d’interesse
- Shoah: come narrare l’abominevole secondo Vasilij Grossman
- Il disinganno della guerra, una riflessione di Sigmund Freud
- Il valore dell’Olocausto. Breve saggio di Imre Kertész
- Maus. Auschwitz, e dopo Auschwitz. Commento di F.Cremascoli al graphic novel di Art Spiegelman.